Si è conclusa domenica 25 novembre la X edizione del Pisa Book Festival.
Quest’anno il Palazzo dei Congressi ha accolto oltre 150 editori indipendenti (editori junior compresi) e migliaia di visitatori.
Gli eventi (tra presentazioni di libri, incontri con gli autori, guide “tecniche” su come fare una proposta editoriale oppure su come lanciare un libro bell’e fatto), suddivisi nelle tre giornate del festival, sono stati centinaia e destinati tanto ai lettori quanto agli editori, ai traduttori, scrittori, giornalisti, genitori e bambini o semplici curiosi.
Sempre presente il PBF Translation Centre, uno spazio professionale in cui si parla di traduzione a 360° e i cui incontri sono stati coordinati da Ilide Carmignani.
Tra le novità, il Repubblica Caffè: un salotto letterario in cui i giornalisti Fabio Galati e Laura Montanari hanno fatto “accomodare” narratori, saggisti e poeti come Fabio Napoli, Francois Vallejo o la poetessa Elisa Biagini.
Numerosi gli ospiti, italiani e stranieri, e le anteprime che si sono susseguite. Ad esempio, Margherita Hack e Don Pierluigi Di Piazza che hanno presentato Io credo. Dialogo fra un’atea e un prete(Nuova dimensione), di fronte ad un numerossisimo pubblico e che hanno segnato il momento clu del festival.
Da annoverare tra gli ospiti stranieri anche, ovviamente, gli ospiti olandesi, guest of honour 2012. Quest’anno il Pisa Book Festival si è fatto tappa del programma “Olandiamo in Toscana” un’iniziativa dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a Roma. Dunque, tra gli scrittori provenienti direttamente (o di passaggio) dalla terra dei tulipani: l’esilarante Ernest Van Der Kwast che ha presentato, tra le grandi risate del pubblico, il suo Mama Tandoori (ISBN Edizioni),
Rosita Steenbeek , il poeta Ilja Leonard Pfeijffer e tanti altri.
Giunto alla sua decima edizione, il festival ha visto crescere editori come Neo Edizioni, Ponte33, Infinito Edizioni, Marcos y Marcos, Minimum fax, ecc., ha riconfermato la disponibilità di lettori di ogni età e di ogni genere verso l’editoria piccola e indipendente ma orgogliosa, di carattere, originale, un’alternativa concreta ai soliti grandi nomi. Ma, tutti i “grandi” sono stati “bambini” una volta.