Pisa – La Torre
Potrebbe essere un’idea sedersi ad un caffè di piazza Dante, c’è una pasticceria con una spianata di tavolini all’aperto, davanti ad una botteguccia che si chiama “La Rapida” e dove si riparano borse e scarpe, a quest’ora ci sono sempre clienti che prendono il gelato e il caffè, oggi con questa bella giornata saranno venuti fuori anche i vecchietti che abitano le casupole della piazza, sono vecchietti sempre con il cappello, sputano spesso, giocano a carte, ogni tanto borbottano frasi quasi incomprensibili e parlano con gli altri come se parlassero fra sé e sé, è il loro modo di comunicare chissà cosa a chissà chi. [...]
Ti incammini giù per via Santa Maria, ci sono i primi stormi di turisti in giro con la macchina fotografica al collo, alcuni scattano fotografie, da qui la torre offre una prospettiva strana, se ne vede un pezzo storto che pare stia per ruzzolare sui tetti fa una certa impressione, una volta al posto di questo snack bar c’era un collegio di suore, ti viene sempre in mente quando ci passi davanti, ci andavi ad aspettare una ragazza che si chiamava Cristina, un’infinità di tempo fa, non hai neppure voglia di fare il conto, eri un’altra persona, che strano, ma la memoria è restata in questa tua persona di ora.
Pisa – Piazza dei Miracoli
(Antonio Tabucchi, L’angelo nero, Voci portate da qualcosa, impossibile dire cosa, pag.14 e 15, Feltrinelli 1991)