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Pisapia “ignora” i caduti delle RSI. Neanche Moratti e Albertini arrivarono a tanto. Ora aspettiamo le Foibe

Creato il 29 novembre 2011 da Iljester

Pisapia “ignora” i caduti delle RSI. Neanche Moratti e Albertini arrivarono a tanto. Ora aspettiamo le Foibe

L’ideologia comunista – si sa – è una brutta bestia da sconfiggere, soprattutto quando uno ci è immerso fino al collo. E questo è appunto il caso del Sindaco meneghino, Giuliano Pisapia, che dopo aver aperto le porte di Milano ad abusivi e immigrati clandestini, il 4 novembre scorso (giorno della commemorazione del milite ignoto e delle forze armate) si è recato nel cimitero milanese per onorare il sangue dei vincitori (i partigiani e chi lottò per liberare l’Italia dal nazismo), ignorando bellamente il sangue dei vinti di Campo 10 (i soldati della Repubblica Sociale Italiana). Neanche la Moratti (figlia di partigiano) e Albertini, uomo di idee ampiamente liberali (e certamente non fascista), avevano avuto così scarsa sensibilità nei confronti di chi perse la guerra civile. Quasi che onorare la memoria dei poveracci che combatterono (per volontà o per forza) dalla parte sbagliata dello schieramento sia di per sé un crimine o addirittura espressione di una qualsivoglia volontà “revisionista” della storia recente d’Italia.
Ma Pisapia è quello che è: un comunista. Non ci si poteva aspettare niente di diverso da chi, celebrando i partigiani caduti e ignorando i vinti, ha paradossalmente dichiarato la necessità di «riaffermare i principi di solidarietà, tolleranza e coesione sociale e la libertà di culto e di pensiero per una democrazia sempre più reale». Certo, come no! Però dubito che proprio lui possa insegnarci la solidarietà, la tolleranza e il resto dello stucchevole bagaglio retorico che solitamente amano sfoggiare i comunisti e gli ex comunisti per nascondere l’aridità patriottica. Bagaglio (peraltro) che poi ha puntualmente sconfessato negando (appunto!) memoria a coloro che ebbero la sfortuna di lottare nello schieramento dei perdenti.
Inevitabilmente mi pongo una domanda. Se questa è la terribile prospettiva, cosa farà Pisapia il 10 febbraio 2012, quando vi sarà la commemorazione della strage delle Foibe. La ignorerà? Farà finta di nulla, come del resto i comunisti (e persino i democristiani) hanno fatto finta di nulla per quasi sessant’anni. Per loro quei morti che urlavano giustizia dal fondo delle fosse oscure nella Jugoslavia di Tito (comunista) erano infatti nessuno. Mi chiedo dunque cosa dirà quel giorno, e se mai dirà qualcosa. Magari, se siamo fortunati (o sfortunati), ci ammorberà con un altro stucchevole falso retorico sulla solidarietà, la libertà religiosa e di pensiero, ed esalterà le virtù partigiane di chi ci liberò dal fascismo, perché, riprendendo un altro pezzo della sua filippica, «la pietà umana dovuta a chi è caduto non può far dimenticare i fatti, la storia e le ragioni di chi si è battuto per un’Italia migliore».
Bel pensiero, Signor Sindaco. Davvero! È difficile non concordare e non farlo proprio, seppure non dissipa (e anzi infittisce) i miei atroci dubbi di anticomunista convinto. Se quella che sto vivendo sulla mia pelle è l’Italia migliore per la quale han combattuto i suoi compagni partigiani, mi chiedo con sincera curiosità, signor Sindaco, com’era l’Italia che loro hanno demolito: poteva mai essere peggiore di questa sua trista controfigura? E se davvero la pietà umana dovuta a chi è caduto non può far dimenticare i fatti e la storia che lei tanto declama, mi spieghi perché, Sindaco Pisapia, le Foibe – che sono un fatto storico accertato e ben documentato dove sono morti centinaia di innocenti – non sono mai state insegnate nelle democraticissime (e comunistissime) scuole pubbliche italiane. Me lo spieghi… Anzi, no. Non ora. Conservi la spiegazione per il 10 febbraio 2012…

 

di Martino © 2011 Il Jester 


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