Più libri più liberi 2010

Creato il 29 novembre 2010 da Mirco
Attendo con sempre meno entusiasmo la fiera dedicata alla piccola editoria che si svolgerà nella costruzione ad architettura razionalista che è il (brutto, per me) Palazzo dei Congressi di Roma.
Lo attendo sempre di meno perché ogni volta mi pare un'occasione sprecata.
Il programma degli eventi è ben nutrito e di norma ha degli ospiti d'eccezione. Quest'anno dovrebbe esserci tra gli altri Luis Sepulveda, Stefano Benni, ma di mattina, e io la mattina non ci vado anche se Benni è tra i miei scrittori preferiti; poi dovrebbe esserci Lucio Dalla, ma non ho capito a fare cosa (ecco, ho googlato  e ho scoperto che presenta un libro di Vito Mancuso che ammette di aver letto tre volte); poi ci sono eventi dedicati ai più piccoli e altre interessanti cose che è inutile elencare: fate prima ad andare nel sito ufficiale e spulciare il programma. Insomma, la fiera è ricca di eventi e seminari.
Questa fiera nasce per dare visibilità alle piccole case editrici, e questa è una cosa giusta e lodevole. Però, c'è un però, se ci vado quest'anno ho intenzione di contare ed elencare le tante case editrici a pagamento che con molta probabilità la affolleranno.
Questo degrada la fiera e non mi permette di poter scegliere i libri con serenità. Per due motivi: il primo è che non ho intenzione di comprare il libro di una casa editrice che si è fatta pagare per pubblicarlo. Secondo: di solito il libro pubblicato in questo modo è scritto male, se va bene, illeggibile in molti altri casi.
Nelle altre edizioni della fiera ho fatto la conoscenza di piccole realtà editoriali che a volte è difficile trovare anche su internet, ed erano serie. Probabilmente alcune di loro fanno fatica ad andare avanti e come tanti piccoli editori lavorano per passione, non per mode. E hanno buoni libri, piccoli grandi autori che andrebbero valorizzati e distribuiti meglio. Il fatto di non poter sapere prima se queste case editrici sono a pagamento o meno mi annichilisce la curiosità, infatti, alla fine, tendo sempre ad acquistare libri di case editrici che già conosco, come la Fanucci, Fazi, Coniglio o Tunué, tanto per dirne alcune.
Non è facile distinguere le case editrici "normali" da quelle a pagamento e selezionarle, ma non è un buon motivo per non tentare una selezione. Quindi quest'anno, come gli altri, limiterò le spese a poche conosciute case editrici e pochi conosciuti autori (ho scoperto una piccola casa editrice che ha pubblicato tutti i libri di Alberto Manzi tranne Orzowei).
Se abitassi vicino al Palazzo dei Congressi farei l'abbonamento e mi limiterei agli incontri e ai dibattiti. Per il resto le fiere di questo tipo hanno perso il loro appeal. Mi sembra quasi stupido pagare per entrare in una fiera (anche se questa costa poco rispetto ad altre) per poi comprare libri poco scontati. E' un po' come Lucca Comics: ci si va per rivedere gli amici, ci si va per abitudine. Poi si torna a casa e si compra online.

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