Amy fu risvegliata da Poppy, che miagolava e grattava la porta della sua stanza. Si rese conto di essersi addormentata mentre studiava anatomia; sull'hPad il testo era aperto a pagina 66 e sul blocco note gli appunti erano scritti solo parzialmente. L'orologio digitale segnava le nove e un quarto di sera.
Si alzò e andò ad aprire al gatto, che corse a nascondersi sotto il letto.
Affacciandosi in corridoio, Amy udì una voce sconosciuta provenire dal piano di sotto.
Incuriosita, scese silenziosamente le scale e si accostò alla porta del salotto.
Era un uomo dalla voce profonda a parlare. Il tono era severo.
"Non abbiamo più ricevuto sue notizie, dopo l'esplosione. Sappiamo che una nave di Midgard era infiltrata nella Flotta e abbiamo confermato che un androide della fondazione Asgard ha accompagnato la ragazza sul pianeta. Abbiamo potuto confermare che la nave in questione ha lasciato il sistema prima che il pianeta esplodesse in una nova. Potrebbe trovarsi su Midgard ora, in mano ai fratelli Ratatosk della Fondazione Asgard, ma non abbiamo modo di confermarlo."
"Capisco."
Questo era papà. Amy si sarebbe aspettata una qualche sfumatura emozionale, nella voce.
Invece, suonò del tutto neutra e distaccata, come se la questione non lo riguardasse.
Si stava parlando di Alex. Com'era possibile che...? Mamma e papà sapevano che era una spia?
"I funerali saranno privati e potranno partecipare solo i parenti stretti."
"Non c'è problema. Io e Isabel non abbiamo parenti in Inghilterra. È anche per questo che ci avete scelti, no?"
Amy tornò in camera sua. Alex poteva essere viva o morta, ma sembrava che per mamma e papà non facesse differenza. Ma chi era l'uomo dalla voce severa? Perché mamma e papà avevano reagito come se la perdita di una figlia non li riguardasse?
Amy scosse la testa. Alex poteva essere ancora viva. Come poteva scoprirlo?
"Sarah!"
Marie si materializzò in soggiorno, mentre Sarah, accoccolata sul divano, leggeva un libro.
"Ci ho messo un'eternità a connettermi! Dov'è Alex? Oh! Sei viva!"
Sarah applicò un segnalibro magnetico alla pagina e lanciò alla sorella un'occhiata interrogativa.
"Credevi fossi morta?"
"Scusa, che ne sapevo, io?"
Marie portò una mano allo sterno.
"Ho sentito *CRACK*!"
"Fammi capire... Hai sentito un gran dolore al petto e ti sei precipitata qui pur credendo fossi morta?"
Marie sedette sul divano accanto a lei e gesticolò con le mani, scuotendo al contempo la testa.
"No, no! Non è per questo che sono qui!"
"Non hai risposto alla mia domanda!"
"Sei viva, no?"
Sarah scosse la testa.
"Lasciamo perdere. Allora, cosa ci fai qui?"
"Amy, Amy! Si tratta di Amy!"
"Si è piantata con Dennis?"
"Ma no, che dici? Insomma, vuoi stare zitta e starmi ad ascoltare?!"
"Sono tutt'orecchie."
"Sono corsa qui appena si è addormentata. Siamo nei guai! Ha origliato una conversazione che non avrebbe dovuto ascoltare e adesso vuole a tutti i costi ficcare il naso dove non dovrebbe! Amy non lo sa, ma io ho riconosciuto la voce. È Ueda. Ricordi? Era spesso ospite di Serafina, quand'eravamo all'Istituto. Ehm. Se non ricordo male, all'epoca aveva il grado di capitano. Ogni tanto si portava dietro la figlia, che era più grande di noi, ma tanto non l'avrebbe comunque lasciata giocare con noi. Me lo ricordo perché ad Alex sembrava strano che un militare visitasse tanto spesso il Centro; beh, finché non si è resa conto che veniva a controllare i nostri progressi, dato che la Flotta Stellare era il maggior sponsor del progetto. Comunque, Ueda ha detto ai nostri tutori che Alex potrebbe essere ancora viva su Midgard. Amy vuole scoprire se è effettivamente così e poi, beh, è naturale immagino, ma c'è rimasta male nel constatare che i suoi 'genitori' hanno reagito alla notizia della 'morte' di una figlia con assoluta freddezza e indifferenza. Poverina, lei non sa qual è la verità..."
"Rallenta!"
"Dov'è Alex? No! Non dirmi che è morta?!"
"No che non è morta! Siamo vive tutte e due! Più o meno..."
"Più o meno?"
"Seguimi."
Salirono al piano di sopra, dove Sarah spalancò la porta della stanza per gli ospiti, immersa in una penombra densa e scura. Marie rivolse alla sorella un'occhiata interrogativa. Sarah indicò il letto.
"Oh? È Alex il mucchietto sotto la coperta?"
"È in quello stato da quando abbiamo lasciato Genesis."
"Quindi? Che si fa?"
"Che si fa? Che si fa? D'accordo. Ci parlerò io."
Marie l'abbracciò.
"Scollati! Fa' in modo che Amy trovi la nursery. La incontrerò là."
Amy si guardò intorno. Si trovava in una stanza con il pavimento di tasselli colorati, le pareti giallo canarino tappezzate di disegni infantili e il soffitto affrescato con illustrazioni prese da un libro per bambini. I mobili, di plastica colorata, erano a misura di bambino e c'erano dei giocattoli sparsi sul pavimento, in un angolo.
"Amy."
Amy si volse.
"Alex, sei tu? Che posto è questo? Sto sognando?"
"Un sogno, eh?"
"Non lo è?"
"Il luogo in cui ti trovi è un luogo che tu Alex condividete, un luogo d'incontro, nel profondo del vostro subconscio."
"Cosa significa?"
"Ti ho condotta qui per incontrarti."
"Per quale motivo?"
"Perché Alex desidera parlarti, ma lei non può farlo in questo momento, perciò lo farò io."
"Non sei Alex?"
"Mi chiamo Sarah. Sono l'alter ego di Alex."
"Non capisco."
"Non devi capire, solo ascoltare."
"Cos'è successo ad Alex? È viva?"
"È viva."
Amy tirò un sospiro di sollievo e si rese conto che... lo sapeva? Portò una mano al petto.
"Io... Lo sapevo. Qui dentro."
Sarah sorrise.
"Alex... mia sorella, cos'è che voleva dirmi?"
"Ti ha fatto promettere di non indagare, qualunque cosa fosse successa, ricordi?"
"Sì... Ma..."
"Hai origliato una conversazione che non avresti dovuto ascoltare e adesso hai la testa piena di dubbi."
"Mamma e papà... Loro... Non sono...?"
"Ha importanza?"
"Per quale motivo Alex mi ha chiesto di non indagare?"
"Perché potrebbe essere pericoloso e potresti metterti nei guai. Si preoccupa per te."
"Sono confusa."
Sarah l'abbracciò.
"Amy, Alex veglia sempre su di te, anche ora che siete lontane. Cerca di dimenticare la conversazione che hai ascoltato e continua con la tua vita di sempre. Anche se Alex non ne farà più parte."
"Ma lei non è morta davvero. Questa... Non è... Non sono io che...?"
"No, è tutto reale. Quando sarai pronta, v'incontrerete di nuovo."
"Cosa faccio con mamma e papà?"
"I tuoi genitori porteranno il lutto e tu dovrai portarlo con loro."
"Tutta la mia vita..." Amy sentì gli occhi riempirsi di lacrime. La voce s'incrinò. "È stata...?"
"...una farsa? Questo dovrai essere tu a deciderlo. Il mio compito era riferirti il messaggio di Alex."