Il caso del pizzaiolo savonese Yury Pastore Corrado, che ha attribuito un appellativo non proprio di buon gusto ad una pizza del menù del suo locale, ha suscitato non poche polemiche da parte dei napoletani. La pizza in questione si chiama “Speriamo nel Vesuvio”. Le foto scattate da un cliente del locale hanno subito fatto il giro del web, suscitando la rabbia dei napoletani, chiaramente offesi dall’allusione ad una possibile eruzione del Vulcano, necessaria per spazzare via gentaglia e rifiuti vari, termini con cui troppo spesso vengono additati i partenopei.
Il pizzaiolo, sottolineando che sua moglie ha parenti ad Amalfi, ha tentato di giustificarsi, dicendo che il nome della pizza è ironico ed assolutamente innocuo, così come quello delle altre pizze presenti nel menù. Nessuna discriminazione, nessun accenno al razzismo verso i napoletani l’avrebbe spinto a scegliere questo nome, come ha spiegato ieri anche a noi di Vesuviolive. Una motivazione che non ha convinto molto i partenopei.
Una nuova foto mostra che Yury ha aggiunto una didascalia tra parentesi accanto al nome “che non erutti mai, ovviamente”. Il nome della pizza è quindi rimasto del tutto invariato, come aveva già annunciato. La didascalia è stata inserita per evitare altre polemiche e per sottolineare ancora una volta l’ironia del nome. Sembra che il pizzaiolo abbia voluto trovare un escamotage semplice e veloce per scrollarsi di dosso colpe che sostiene di non avere.
Sarà sufficiente questa modifica a placare l’animo adirato dei napoletani? Il piazzaiolo avrà davvero agito in buona fede?