place to place: 22 curatrici, 7 artisti, 1 palazzo veneziano

Creato il 19 febbraio 2014 da Arscreativo

place to place: 22 curatrici, 7 artisti, 1 palazzo veneziano ARSENALE CREATIVO

Avete presente la galleria AplusA Centro Espositivo Sloveno di cui vi ho parlato poco tempo fa?! Ecco, ora vi do un altro buon motivo per andare a visitarla!

place to place e’ una mostra nata dal lavoro di 22 ragazze, provenienti da tutta Italia e con percorsi personali tutti diversi, che si sono trovate compagne nel seguire il 20esimo Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee organizzato dalla galleria AplusA con la Curatorial School Venice. Scopo delle attività della scuola, e quindi del corso, e’ quello di fornire gli strumenti utili a studenti, neolaureati, operatori del settore culturale, ad imparare una professione complessa come quella del curatore, a capire come nasce un’idea espositiva, ad affrontare tutte le fasi di realizzazione del progetto e a lavorare a diretto contatto con gli artisti.

place to place non e’ dunque una semplice carrellata dei lavori di sette artisti: e’ il risultato di un percorso, non solo formativo, che ha portato 22 ragazze a lavorare insieme, condividendo idee, progetti individuali e diverse competenze, chiamando artisti provenienti da Torino, Milano, Venezia, Roma, Spagna, Albania e Lituania ad esporre uno dei loro lavori nella cornice di Palazzo Malipiero.

Il collettivo Guerrilla Spam, Dritan Hyska, Ryts Monet, Margherita Morgantin, Alice Pedroletti, Agne Raceviciute, Pablo Valbuena: tutti loro si interrogano sulla natura del luogo. Luogo fisico, astratto, luogo della memoria, luogo come risultato di una struttura architettonica, luogo come creazione di uno spazio di discussione sociale. place to place prende tutti questi significati e li confronta, li espone uno di fianco all’altro, li fa dialogare al fine di evidenziare come, in ognuno di loro, il lato destinato all ‘intervento umano, inteso in maniera sia fisica che mentale, diventi fondamentale nella creazione di idea di luogo. 

Il percorso espositivo si apre con un opera site-specific di  Alice Pedroletti, che parte da un legame familiare, quello con la nonna, per ricostruire, anche, la memoria storica di un luogo fisico. Le fotografie di Dritan Hyska, si concentrano sulla creazione di non-luoghi: incompiute opere architettoniche, costruite senza nessun rigore estetico, caratterizzano le aree delle periferie urbane di tutte le grandi città, rendendole assolutamente irriconoscibili le une dalle altre. La video-documentazione degli interventi di Pablo Valbuena, continua il discorso sulla trasformazione del luogo, inteso questa volta come struttura architettonica, ma si focalizza sull’intervento percettivo dell’uomo: e’ l’occhio dello spettatore a modificare la percezione del luogo, non un suo intervento meccanico. Ryts Monet e le sue stampe provocano lo spettatore con un ironico copia/incolla di luoghi diventati mero simbolo di libertà, mentre i video di Margherita Morgantin propongono una riflessione su come l’artificiale stia cambiando l’aspetto naturale dei boschi dell’Estonia, vittime di massicci interventi di disboscamento. Il collettivo Guerrilla Spam trasforma una stanza rendendola un luogo di discussione: mezzi espressivi presi in prestito dalla street art spingono il visitatore ad interrogarsi sul ruolo del contemporaneo sistema-mercato dell’arte, riempendo le immacolate pareti bianche con messaggi adattabili a qualsiasi superficie. Ed e’ con la memoria che si chiude la mostra: l’opera video, mai esposta in Italia, di Agne Raceviciute, catapulta il visitatore in un altro luogo della memoria, il villaggio lituano della famiglia dell’artista: sara’ sempre la nonna a fare da guida, in un viaggio fisico e spirituale alla scoperta di luoghi sconosciuti.

Sette visioni diverse da cui sono nate sette diverse interpretazioni, che si evolvono l’una dall’altra in un percorso armonico, contraddistinto da una struttura circolare, parte con la nonna di Alice Pedroletti e si conclude con la nonna di Agne Raceviciute, in un crescendo che sicuramente non passera’ inosservato.

La mostra, che si conclude il 22 febbraio, riserva una chicca per il gran finale: durante il finissage, Ryts Monet presenterà in esclusiva il video The Magic Piper of Ishinomaki, realizzato con il supporto della Tokyo Metropolitan Foundation for History and Culture. Il video riporta la realtà di Ishinomaki, città duramente colpita dallo tsunami del 2011 e dalle radiazioni causate dall’incidente di Fukushima.

place to place: un viaggio nato dalle sinergie creative di 22 curatrici e 7 artisti, un’indagine sui diversi significati specifici che una parola generica come luogo può assumere, sui valori e sulle sensazioni che un luogo genera in ognuno di noi. Una riflessione che risulta ancora più profonda se si pensa che e’ stata creata da persone che sono veramente delle giovani professioniste.

Se non l’avete ancora capito, vi consiglio caldamente di andarci!

Qui tutte le info: facebook.com/place to place

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