Plaster, con base a Roma, è un progetto di musica elettronica portato avanti da Gianclaudio Hashem Moniri, che lo aveva iniziato assieme a Giuseppe Carlini. Siamo al terzo album per Kvitnu, ma segnalerei – all’interno di una discografia già corposa – la partecipazione nel 2013 alle Monad Series di Stroboscopic Artefacts. Mainframe è un disco downtempo, scuro e compatto. La fruizione scorre via in modo molto liscio, senza intoppi e senza noia: non si tratta di un album costruito per prendere immediatamente l’ascoltatore per il collo, ma per avvolgerlo con un movimento a spirale e non lasciarlo andare via. Moniri si è fabbricato un sound personale e ha costruito intorno a sé uno scenario coerente, dunque non ho afferrato subito le sue influenze, il che vuol dire che ha vinto lui. Ho comunque trovato un suo mix on line nel quale univa i Future Sound Of London, i Nine Inch Nails della serie “Ghosts” e i Massive Attack, quindi chi legge con un po’ di immaginazione può figurarsi un’elettronica notturna tendente all’ambient e con alcune coloriture industrial. Non so quanto volutamente, poi, in un paio di occasioni (tanto per non citare nomi storicizzati) ci ho sentito Kangding Ray, e non mi sorprende che sulla stessa etichetta di Plaster ci siano Matter e Mingle. Per me, almeno al momento, Mainframe è un disco ingiustamente trascurato.
Dischi kvitnu, 2015, plaster