Non mi ricordo chi lo dicesse, se gli Aqua o se Philippe Starck o se Luti della Kartell. Fatto sta, che l’altro giorno nelle vetrine del MCA Store (www.store.mca.com.au) - il negozio del Museo di Arte Contemporanea – ho visto dei divertentissimi, giocosissimi, designosissimi animali di platica, gonfiabili. E se li espone lo shop di un museo devono assolutamente essere firmati, d’arte o di design. Così mi sono affidata all’etichetta, al packaging – oltretutto degno di nota – e all’inesauribile fonte di informazioni che è Google. La label riportava la scritta: Toy Inflatable Libuse Niklova. Chi è Libuse? Il nome non suona particolarmente australiano (che poi significa origini italiane, greche, anglo-sassoni, cinesi o coreane) e allora ecco che entra in gioco la ricerca via web. E scopro che: Libuse Niklova è una designer, rinomata (?) originaria della Repubblica Ceca che ha lavorato tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta concentrandosi sul design dei giocattoli, e rivoluzionandone (ma specialmente modernizzandone) il concetto. Viva la curiosità, perchè così ho scoperto che la Niklova è stata una vera e propria pioniera nell’uso della plastica per la realizzazione di toys, prima erano essenzialmente prodotti in legno. Elefanti, scimmie, giraffe, ippopotami, gatti e tante altre figure stilizzate, gonfiabili, semplici, colorate con tinte primarie e tracciate usando linee nette e precise. Le silhouette grafiche e senza tempo sono ancora oggi, dopo più di cinquant’anni, attraenti e affascinanti. E infatti, questi piccoli animali retro - e non sono nemmeno così piccini perchè le dimensioni variano tra i cinquanta centimetri e il metro – erano e sono ancora delle icone per i bambini, ma anche per i più grandi, ovviamente design addict. Gli Inflatable Toys sono infatti parte della collezione del MoMa di New York, sono stati il centro di un’exhibition al Musée des Arts Decoratifs a Parigi e ovviamente si trovano anche qui a Sydney. E se ricercassi più a lungo sono certa che apparirebbero anche a Londra o alla Triennale, may be? Simpatici, soffici, allegri, surreali e pieni di personalità: da museo, ma anche da giocare. Perchè less is more, e la fantasia fa il resto.
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