Platone, la fotografia e lo studio della letteratura

Creato il 29 maggio 2015 da Marco Vallari @marcovallari

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A volte anche dalle lezioni più noiose possono nascere riflessioni interessanti. È quello che mi è successo ieri mattina mentre lottavo contro la noia, il sonno e il freddo di Palazzo Barolo.

Interno di Palazzo Barolo a Torino: umile sede alternativa per le lezioni dopo la chiusura forzata di Palazzo Nuovo

La discussione verteva intorno alla poesia: tra fine Settecento e inizio Ottocento, poeti e teorici della letteratura si chiesero se essa fosse più efficace attraverso una vicinanza più stretta alla realtà oppure all'idealità. E qui è saltato fuori il caro vecchio Platone, per il quale, senza ombra di dubbio, contava di più l'ideale, poiché tutto di noi è destinato a perire tranne ciò che viene prodotto dal nostro intelletto. La poesia, dunque, deve essere una poesia dell'ideale, un'estrapolazione della forma che comunichi l'universale.

Quel simpaticone di Platone.

Ora, a parte ricordarmi perché non studio filosofia, l'assunto di Platone...


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