Ora ho tutto rimesso a nuovo, tutto velocissimo, tutto al posto suo, ho scoperto un sacco di spazio disponibile su questa vecchia carretta che non sospettavo neanche avesse e ne siamo felici, almeno finché dura.
Basta tenere lontane dalla tastiera le mani della pargola.
Veniamo a noi: la settimana scorsa avevo anticipato che in queste playlist domenicali me ne sarei fregato abbastanza di ordine alfabetico e di scansione fissa dei generi cinematografici.
Inoltre tra i commenti, quello di Arwen de La fabbrica dei sogni mi ha dato lo spunto per creare questa nuova decina di film.
Perché non parlare di serial killer che è uno degli argomenti che mi affascina di più e non solo cinematograficamente parlando?
E come affrontare la materia?
Limitare a citare film di serial killers realmente esistiti oppure includere il parto della fantasia degli sceneggiatori?
Parlare di serial killer organizzato o disorganizzato?
Andare coi film o semplicemente coi personaggi?
E che fare con quei film, tipo gli slasher in cui il protagonista è essenzialmente un omicida plurimo ( uno o più) che passa tutto il film a uccidere gli altri personaggi in modo fantasioso?
Ho deciso anche di escludere i thriller italiani di un certo periodo , diciamo da Mario Bava in poi perché poi saranno oggetto di un ulteriore lista.
Alla fine ho escluso anche la figura di Jack lo Squartatore, che paradossalmente è stata trattata molto meglio in televisione che al cinema.
Ok allora, ecco la lista, mai come questa dotata di titoli intercambiabili tra di loro...
1) IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI
Per quelli della mia generazione Hannibal Lecter è il serial killer cinematografico per definizione.
E questo lo deve anche , forse soprattutto al carisma di Anthony Hopkins, sir Anthony Hopkins, un tipo assolutamente normolineo, anche fisicamente mediocre se vogliamo ma che solo con quello sguardo era in grado di farti correre profondi brividi lungo la schiena.
Credo che sia un film imprescindibile e dicendo questo non mi sento di fare ingiustizia all'altro bel film incentrato sulla figura di Hannibal Lektor, non Lecter, l'oscuro e suggestivo Manhunter - Frammenti di un omicidio in cui l'unico difetto, se proprio gliene vogliamo trovare uno era la mancanza di carisma dei personaggi principali.
2) M, IL MOSTRO DI DUSSELDORF
Un film come questo, uno dei capolavori di Fritz Lang in pieno periodo espressionista tedesco, non dovrebbe essere secondo in nessuna playlist che si rispetti , per cui la sua posizione è intercambiabile al 100 % con quella del film che lo precede.
Un film che ha più di 80 anni eppure mette paura adesso come la metteva allora, sia per il modus operandi del killer che uccideva bambine fischiettando un'aria del Peer Gynt di Grieg.
Film scomodo , forse uno dei primi crimini commessi dalla setta dei titolisti italiani malvagi.
Il film infatti si svolge interamente a Berlino ( il titolo originale è M, dove M sta per Morder, assassinio) mentre in Italia si sottolinea la serie di crimini a cui esso si ispira, quelli di Peter Kurten, il vampiro di Dusseldorf e quelli di Fritz Haarman, il licantropo di Hannover, due figure di serial killer che divennero celeberrime in Germania alla fine degli anni '20.
3 ) L'OCCHIO CHE UCCIDE
Può un film , pur bellissimo, rovinare la carriera di un regista?
La risposta è affermativa e questo film di Michael Powell ne è la prova inconfutabile.
Eppure il ritratto di questo psicopatico è indelebile nella memoria del cinefilo e quegli occhi colmi di paura nel momento immediatamente precedente il trapasso sono un qualcosa di terribile e perverso allo stesso tempo.
La paura negli occhi ma anche l'ossessione di toccare quella sottile linea che separa la vita dalla morte, una linea attraversata velocemente
4) FRENZY
Forse molti di voi alzeranno il sopracciglio a leggere di questo film e scoprire che l'ho inserito al posto di Psyco, forse il film più conosciuto di Hitchcock.
Un serial killer ( con cui non è così difficile empatizzare, novità assoluta nel cinema di Hitchcock) che uccide prostitute strangolandole con una cravatta, l'identità è nota fin dalle prime sequenze ma noi seguiamo la lotta del sospettato di questi omicidi per dimostrare la propria innocenza, visto che il destino sembra accanirsi contro di lui.
Una scena di stupro realistica creò molti grattacapi al maestro che per la prima volta mostrò scene di nudo femminile ( in realtà controfigure) in un film che non ha la notorietà dei suoi capolavori più acclamati ma , almeno a mio parere, è uno dei suoi più riusciti.
5 ) ZODIAC
Anche qui a molti gli si arriccerà il naso o gli si solleverà il sopracciglio: credevate che mettessi Seven, vero?
E invece no. Pur amando Seven , la vera statura autoriale di Fincher , secondo me , vien fuori da un film come questo che rinuncia all'efferatezza frontale di Seven per esibire qualcosa di più complesso e stratificato, una specie di dietro le quinte dell'indagine nei confronti di un serial killer di cui ancora non si sa con certezza l'identità.
Anzi la figura del serial killer è abbastanza laterale al film ( non oserei definirlo marginale ) mentre sotto la lente della cinepresa passano vari e curiosi personaggi in cerca di una soluzione all'enigma o forse solo di notorietà, dei classici quindici minuti di fama di warholiana memoria.
150 minuti abbondanti che filano via come una Lamborghini su un'autostrada tedesca...
6) HENRY, PIOGGIA DI SANGUE
Film che in Italia arrivò a una certa notorietà per la famosa stroncatura ricevuta da Nanni Moretti.nel corso di Caro Diario.
Il film di McNaughton fu falcidiato da incredibili noie produttive e di censura perché a suo modo rappresenta un'opera di rottura rispetto a tutto il cinema precedente. Diciamo che invece di porsi di fronte al serial killer in modo oggettivo ne assume totalmente il punto di vista.
Film che molti includono nel genere slasher ma ha dalla sua quella componente semidocumentaristica che lo rende praticamente un unicum al di fuori dei generi.
Un film di cui si è parlato moltissimo ma che in realtà ebbe un successo molto limitato.
7) MONSIEUR VERDOUX
Ecco un altro film che non dovrebbe essere secondo in nessuna lista che si rispetti , figuriamoci settimo.
Henri Verdoux è un mite impiegato bancario, uno con la passione per le rose e i fiori e capace di commuoversi alla vista di un bruco che ha rischiato di rimanere schiacciato, che perde il lavoro e per mantenere la moglie bisognosa di cure e un bimbo piccolo non esita ad agganciare col suo portamento signorile e il suo fascino vecchie signore zitelle o vedove al fine di ucciderle e spillare loro l'eredità.
In realtà questo film di Chaplin non è un apologo sulla figura del serial killer ma un je accuse violento e circostanziato a una società capitalista che ha perso di vista il suo valore più grande , l'uomo.
Grandissimo film, uno dei più grandi di Chaplin, uno dei miei preferiti senza ombra di dubbio, di stringente attualità ancora oggi a quasi settanta anni di distanza.
Sembra sia stato ispirato da un'idea di Orson Welles
Il tutto condito da umorismo macabro, proprio come succedeva in Chaplin.
8 ) L'ASSASSINIO DI RILLINGTON PLACE N. 10
Ispirato alla figura di un vero serial killer, John Reginald Christie, che tra il 1949 e il 1953 si macchiò di numerosi delitti, tra cui quello di una bambina e quello della moglie che cominciava a nutrire sospetti verso di lui.
Una figura inquietante perché nascosta dietro un aspetto meno che ordinario: altezza media, pochi capelli di un colore tra il biondo e il rosso, occhiali molto spessi dietro cui si nascondevano due occhi miopi, una persona schiva che sembrava gelosa della propria privacy.
Richard Attenborough lo caratterizza alla perfezione in uno dei ruoli migliori della sua carriera da attore.
E pensare che non lo voleva fare perché lo riteneva un personaggio troppo negativo.
Ambientato in un quartiere modesto di Londra è un film che fa venire i brividi ancora oggi.
Un po' come la figura di John Reginald Christie...
9) S.O.S. SUMMER OF SAM
Ecco un altro film che è poco celebrato nella carriera del suo autore, Spike Lee ( o forse dovrei dire ex autore vista la deriva presa dal suo cinema in questi ultimi anni) che però a me piace moltissimo, forse perché ai tempi della mia adolescenza lessi un romanzo che parlava delle gesta de Il figlio di Sam, il serial killer protagonista di questa pellicola.
Un romanzo di cui non ricordo neanche il titolo e francamente non ho voglia di andarlo a cercare su Wikipedia. Tanto sarà da qualche parte ancora nella mia libreria.
Una sorta di Fa' la cosa giusta in bianco, in cui il razzismo non è solo verso i neri ma anche verso chi è semplicemente diverso, anche se ha la pelle bianca.
E quell'afa e quell'umidità ti rimangono appiccicate addosso ben oltre i titoli di coda.
10) POLYTECHNIQUE
E qua vedo , anzi sento,altri sopraccigli alzati.
Perché il film di Villeneuve e non Elephant di Van Sant che in fondo raccontano storie molto simili, stragi scolastiche , una successa a Montreal, al Politecnico quando il venticinquenne Marc Lepine, profondamente misogino ( da brividi i suoi discorsi nella parte iniziale del film) nel 1989 uccise quattordici studentesse prima di togliersi la vita, una ispirata ai massacri scolastici che a cadenze più o meno regolari sentiamo accadere negli States.
A pelle dico Polytechnique, forse per quel suo rendere antispettacolare una materia narrativa incandescente che prestava il fianco a esagerazioni di ogni sorta, forse per quel bianco e nero che rende tutto un po' più asettico e distante, forse per il suo voler essere rispettoso omaggio a quelle vittime, quattordici studentesse,falciate da una misoginia ingiustificata e fuori controllo.
Per non dimenticare...