Ma la logica, il senso di questa cosa mi sfugge, nel senso che una volta che io ho la consapevolezza di essere un mago dei computer, di poter violare qualsiasi sistema, potrei creare qualcosa.
Gli amanti della Playstation 3, quelli che si sono precipitati a comprare la magica consolle per giocare anche online, piangeranno questi giorni lacrime amare, i loro dati sottratti e in mano ai geni informatici della rete.
L'errore forse l'ho fatto io, ho sempre considerato l'hacker, un genio dell'informatica che possiede una sua etica, magari non condivisibile, magari criticabile, ma una sua etica.
Sono sempre stato convinto del fatto che la sua azione, ai danni di aziende che fanno del business la loro filosofia, sia sempre stato volto a far girare sulla rete una serie di informazioni in maniera libera e a disposizione di tutti.
Se dobbiamo prendere alla lettera la definizione di hacker, si tratta di una persona che si impegna in maniera intellettiva per superare dei limiti, la sfida è superare un limite.
La storia degli hacker, parte dagli anni 60 fino ai giorni nostri, e dietro c'è uno scopo preciso, superare dei limiti imposti, limiti in generale. Un limite è sicuramente anche un sistema definito ultrasicuro, impenetrabile.
Ma quello che è accaduto questi giorni, cioè il fatto che un gruppo di hacker, abbia sottratto tutti i dati relativi a tutte quelle persone che giocano online con la Playstation 3, non lo capisco.
Quello che mi domando, è quale sarà la logica di sottrazione di tutti questi dati relativi a tutti questi giocatori, quale uso ne faranno questi hacker, e soprattutto i grandi limiti di sicurezza che queste piattaforme di gioco online, hanno evidenziato con questo ultimo attacco.
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