Mi ci vorrebbe una dose extra di caffè ma già non reggo quella base.
Mi ci vorrebbe una sostanza stupefacente nel senso che devo vederci meglio di come ci vedo ora.
Mica devo vedere cose che non esistono, devo vedere bene quelle che già ci sono.
Ho pensato che tra meno di quello che ho ipotizzato succederà quello che non voglio che succeda.
Inevitabilmente.
Tuttavia sono fermamente convinto che anche di fronte all'unica cosa che potrebbe succedere mi sorprenderò perché sono fatto così: imprevedibile e imprevisto.
Le cose piatte sono monotone, prive di interesse.
Ho una distesa interminabile di caratteri neri su bianco da leggere... parole su parole, castelli di parole, grattacieli di parole, universi di parole, infinit... va beh, poco meno di duecentocinquanta pagine che, però considerando il tempo che mi rimane, sono fin troppe.
Ma mi piacciono le sfide impossibili, il lascia o raddoppia, on/off.
E mi butterò a capofitto penna nera inchiostro liquido e evidenziatore rosso rossetto tra parole che vedo volare nella stanza.
Seguono la musica.
Due accordi.
Ho bisogno di un altro po' di energia, quanta carica è rimasta?