Plutone: -4 giorni al flyby

Creato il 10 luglio 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Mentre il conto alla rovescia prosegue e la NASA pubblica un paio di nuove viste mozzafiato, conosciamo meglio il sistema Plutone-Caronte.

Formano una coppia affascinante: due mondi ghiacciati che piroettano intorno al comune centro di gravità come due pattinatori che si tengono per le mani.

Gli scienziati ritengono che siano stati generati da un impatto cosmico, miliardi di anni fa; tuttavia, per molti versi, sembrano più degli estranei che fratelli: Plutone mostra in superficie uno schema ad alto contrasto di regioni chiare e scure, mentre Caronte ha solo una regione polare più scura e sfumata che interrompe un terreno grigio e più uniforme. I materiali rossastri che colorano Plutone sono assenti su Caronte. Plutone ha un'atmosfera significativa, Caronte no. Su Plutone sono stati trovati esotici depositi di azoto ghiacciato, metano e monossido di carbonio, mentre la superficie di Caronte è fatta di composti di acqua e ammoniaca congelati. L'interno di Plutone è per lo più roccioso, mentre Caronte contiene in misure uguali roccia e ghiaccio di acqua. "Questi due oggetti sono vissuti insieme per miliardi di anni, stando molto vicini, ma sono totalmente diversi", ha detto il Principal Investigator Alan Stern del SwRI.

Di seguito, le ultime due riprese LORRI di Plutone, colorate in base a immagini precedenti dallo strumento Ralph/MVIC, ingrandite ma rappresentate approssimativamente con la stessa scala angolare come le ha viste NewHorizon (in altre parole, l'aumento di dimensioni apparenti nell'immagine di destra è dovuto alla minore distanza di ripresa). Entrambe le immagini sono state fortemente processate per mettere in risalto i dettagli più fini e molti di questi potrebbero non essere reali ma solo artefatti; la struttura chiara che si vede al bordo in basso, al di sotto della scura regione soprannominata " la balena", è comunque reale.

Le ultime due immagini di Plutone, riprese rispettivamente il 7 e 8 Luglio da 7.8 e 6 milioni di km di distanza - Credits: NASA-JHUAPL-SWRI - processing: M. Di Lorenzo

Caronte è grande circa 1200 km, circa la metà del diametro di Plutone, il che lo rende la più grande "luna" rispetto al suo pianeta in tutto il sistema solare [per questo sarebbe preferibile parlare di un doppio pianeta nano]. All'inizio, le sue piccole dimensioni e il minore contrasto hanno reso più difficile coglierne le caratteristiche superficiali, ma le ultime immagini ravvicinate cominciano a mostrare intriganti dettagli. Ci sono delle aree più luminose che il gruppo di Geologia, Geofisica e Imaging (GGI) sospetta possano essere crateri da impatto; se fosse così, gli scienziati saprebbero farne un buon uso: "se vediamo crateri da impatto su Caronte, questi ci aiuteranno a vedere cosa si nasconde sotto la superficie", ha detto il leader GGI Jeff Moore, "I grandi crateri possono scavare materiale per diversi km e rivelare la composizione interna". "In breve, Caronte sta emergendo come un mondo a sè stante e sta cominciando a rivelare davvero la sua personalità" ha dichiarato John Spencer, deputy team leader John Spencer del SwRI.

L' ultima immagine di Caronte, ripresa l'8 Luglio da 6 milioni di km di distanza; a destra la versione fortemente riprocessatra e colorata in base ai dati Ralph

Credits: NASA-JHUAPL-SWRI - processing: M. Di Lorenzo

Quella che si vede in apertura è una delle ultime immagini che ritraggono i due mondi insieme. A partire da domani mattina, infatti, la distanza angolare tra i due sarà superiore al campo inquadrato dallo strumento LORRI, che ammonta a soli 0.29°. Invece, Ralph continuerà a fotografarli insieme fino a poche ore dal FlyBy e, anzi, dovrebbe sfruttare anche la debole luce "cinerea" riflessa da Caronte per tentare di fotografare il misterioso lato notturno di Plutone! Qui sotto, infatti, si vede la simulazione di quella che sarà la posizione dei due corpi visti in controluce dalla sonda, poco dopo il massimo avvicinamento a Plutone.

Image courtesy of: NASA/JPL/Solar System Simulator/David Seal

Fonti: http://pluto.jhuapl.edu/News-Center/News-Article.php?page=20150709 http://pluto.jhuapl.edu/Mission/Spacecraft/Payload.php