Plutone, Caronte e Idra: rilasciate le prime spettacolari immagini del flyby

Creato il 15 luglio 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

La NASA ha mostrato, in diretta su NASA TV, le prime spettacolari immagini di Plutone e le sue lune, riprese dalla sonda della NASA New Horizons durante il flyby. E con le foto sono arrivati anche molti dati ma questo è solo l'inizio.

Dopo aver contattato con successo la Terra alle 00:52:37 UT di questa notte, oggi New Horizons ha comunicato per ben due volte, dalle 09:32 UT alle 10:59 UT e dalle 12:31 UT alle 19:25 UT, trasmettendo i primi dati e soprattutto le prime immagini tanto attese.

Già da qualche ora giravano in rete i volti entusiasti del team, soprattutto quello di Alan Stern, ricercatore principale della missione New Horizon. Le loro espressioni di sorpresa e stupore non hanno fatto altro che aumentare la suspense tra il pubblico ma avevano ragione: le foto mostrate poco fa sono semplicemente fantastiche!

Vi ricordate Plutone e Caronte come apparivano il giorno prima del sorvolo?

Charon and Pluto - LORRI 2015-07-13
Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute - Processing: Elisabetta Bonora & Marco Faccin / aliveuniverseimages.com

Davvero molto dettagliati ma niente in confronto alla risoluzione che New Horizons è riuscita a regalarci oggi.

John Spencer, co-ricercatore principale della missione del Southwest Research Institute, dopo aver annunciato che la zona a forma di cuore è stata chiamata " Tombaugh Regio" in onore dello scopritore del pianeta nano Clyde Tombaugh, ha svelato la prima vista ravvicinata della superficie di Plutone (in apertura la migliore risoluzione finora disponibile), solo un frame che fa parte di un mosaico più grande.

Questa foto è stata scattata 1,5 ore prima del massimo avvicinamento, quando la sonda era a 770.000 km di distanza, non è perciò ancora la migliore risoluzione che vedremo.

Spencer ha descritto l'area come un letto roccioso di ghiaccio d'acqua. Anche se il metano e l'azoto ghiacciato coprono gran parte della superficie del pianeta nano, questi materiali non sono abbastanza forti per costruire montagne, mentre il ghiaccio d'acqua può comportarsi come la roccia alle basse temperature di Plutone.
"Questo è il primo mondo ghiacciato che abbiamo visitato che non è in orbita intorno ad un pianeta gigante", ha detto.

Spencer ha aggiunto che la superficie di Plutone è giovanissima, qualcosa come 100 milioni di anni, niente rispetto ai 4,56 miliardi di anni del Sistema Solare: ci sono pochissimi crateri da impatto (nessuno nel dettaglio mostrato), le montagne superano i 3 chilometri di altezza e potrebbero ancora essere in formazione. Oppure potrebbe esserci qualche processo attivo in grado di rimodellare la superficie cancellando gli impatti e creando rilievi.

Jeff Moore, geologo della missione, ha dichiarato: " Si tratta di una delle superfici più giovani che abbiamo mai visto nel Sistema Solare"

Finora, abbiamo trovato queste caratteristiche sulle lune di pianeti giganti dove le maree gravitazionali riscaldano e modellano la superficie. Pensate ad Europa, il satellite di Giove, o a Encelado di Saturno. Ma Plutone da dove e da cosa ricevere calore? Si trova nella fascia di Kuiper ed intorno ha oggetti troppo piccoli per generare un simile effetto. Questa è una novità assoluta e dimostra che non c'è bisogno del riscaldamento mareale per avere una geologia sui mondi ghiacciati. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel decadimento di elementi radioattivi oppure nel calore residuo generato dalla formazione del pianeta nano o dall'impatto catastrofico che ha dato vita a Caronte.

Alan Stern ha aggiunto che il team è alla ricerca di vulcani di ghiaccio e geyser perché potrebbero esserci; ha anche avvennato al fatto che la grande regione scura equatoriale finora ufficiosamente chiamata "balena" è stata battezzata " Cthulu Regio".

Credit: NASA

Durante la conferenza è stata mostrata anche una mappa del metano di Plutone ripresa da Ralph/LEISA. "Abbiamo appena appreso che nella calotta polare nord il ghiaccio di metano è diluito in una spessa lastra trasparente di ghiaccio di azoto con conseguente forte assorbimento della luce infrarossa", ha detto New Horizons co-ricercatore Will Grundy, del Lowell Observatory di Flagstaff, Arizona. In una delle zone equatoriali scure, invece, il ghiaccio metano ha profondi assorbimenti infrarossi indicativi di una struttura molto diversa: "lo spettro appare come se il ghiaccio fosse meno diluito in azoto", Grundy specula "o che abbia una struttura differente in quella zona."

Mappa infrarossa con, in evidenza, due regioni il cui diverso spettro infrarosso è riportato a desta - Credit: NASA-JHUAPL-SwRI

Passando alle lune, Idra risulta grande all'incirca 45 x 30 km e sembra essere più riflettente del previsto (a metà strada tra l'albedo di Caronte e quello di Plutone): la sua superficie è composta probabilmente in prevalenza di ghiaccio d'acqua.

Immagne LORRI di Hydra, con una risoluzione di 3 km/pixel - Credit: NASA-JHUAPL-SwRI

Versione "smoothed" dell'immagine precedente, con una intrigante struttura circolare sulla destra (cratere?)

Anche l'immagine di Caronte rivela incredibili dettagli. E' stata ripresa da LORRI 13 luglio 2015 e ha una risoluzione di 5 km/pixel:

Immagine LORRI (da una distanza di 466.000 km); nell'inserto in alto, una immagine precedente ripresa da 1.5 milioni di km e colorata in base ai dati Ralph - Credit: NASA-JHUAPL-SwRI - Processing: M. Di Lorenzo (DILO)

Un corridoio di scogliere e depressioni si estende per circa 1.000 km, da sinistra a destra, suggerendo una diffusa fratturazione della crosta, probabilmente risultato di processi endogeni. In alto a destra, lungo il bordo del disco lunare, è visibile un canyon profondo 7-9 chilometri. Ma anche su Caronte c'è il mistero dei crateri mancanti: i segni di impatto sono pochissimi, persino vicino al terminatore dove anche una minima irregolarità topografica risulterebbe evidente; segno questo di una superficie giovane o recentemente modellata. La regione polare settentrionale è dominata dalla macchia scura dal confine diffuso, forse uno strato di qualche tipo di materiale che copre le strutture sottostanti, con delle scarpate "ad angolo" che sembrano delimitare una depressione irregolare dal colore più scuro, la cui reale natura si comprenderà sicuramente meglio nelle immagini a più alta risoluzione e non compresse, da ricevere nelle prossime settimane/mesi. Stay tuned!