Il goal di Vargas che sblocca la partita al Rigamonti
In un clima da ultimo giorno di scuola, surreale in particolare per il Brescia retrocesso, termina in parità l’ultima partita della stagione tra i padroni di casa e la Fiorentina, che termina al nono posto. Poche emozioni, ripresa spenta, tenuta in vita solo dai goal di Eder e Accardi per i bresciani, Vargas e Cerci per gli ospiti. E’ il giorno dell’addio al calcio di Antonio Filippini, forse lo è anche per Montolivo con la maglia viola.
FORMAZIONI – Iachini lascia in panchina Caracciolo e manda in campo Jonathas dal primo minuto; in porta torna Arcari che dopo il debutto a Cesena del giovane promettente Leali, a centrocampo Filippini vince il ballottaggio con il giovane Nana Welbeck. Nella Fiorentina assente Pasqual e Mihajlovic schiera Gulan laterale basso a sinistra; Cerci-Babacar-Mutu il trio d’attacco. Arbitra Calvarese di Teramo, all’esordio in Serie A.
PARTITA – Si affrontano Brescia e Fiorentina al Rigamonti, due delle grandi deluse del campionato. I padroni di casa dopo una stagione tribolata sono retrocessi nel campionato cadetto, i viola inversamente concludono un campionato anonimo, complice una serie di infortuni che si sono abbattuti sulla compagine gigliata. Non avendo nulla da chiedere al campionato e con uno sguardo al futuro, gettando le basi per un nuovo progetto a partire già da domani, i tre punti conteranno solo per fini statistici: si spera, quindi, nello spettacolo, nonostante i supporter del Brescia, pochi in realtà in un Rigamonti è praticamente vuoto stiano fischiando contro la società di Corioni. Le premesse sono giuste e convincenti, perché al 3’ Vargas approfitta di una maldestra respinta all'indietro di Zoboli, raccoglie il pallone da fuori area e stranamente si coordina di destro, scaricando un tiro imprendibile per Arcari; sessanta secondi dopo è Eder a sfiorare il pareggio con un bel destro al volo. Il Brescia preme, gli ospiti ripartono in contropiede, la partita è tutto sommato piacevole ed entrambe le squadre sembrano aver voglia di terminare la stagione nel modo migliore. In particolare ci credono i padroni di casa che al termine della partita diranno arrivederci alla Serie A e abbandonarla vincendo è una palese prova d’orgoglio: Gulan e Montolivo si scontrano lasciando libero il brasiliano Eder, incursione vincente la sua. 1-1 e palla al centro. Si ricomincia da dove eravamo rimasti, le Rondinelle ormai sbloccate continuano a pressare e i Viola ripartono in contropiede e sfiorano, sempre con Vargas, la rete del nuovo vantaggio; Zambelli sulla destra ha un passo più veloce di Gulan, sulla fascia destra il Brescia spinge molto bene. Un brutto contatto falloso tra Eder e Gulan costringe quest’ultimo a lasciare anzitempo il rettangolo di gioco al 30’ cedendo il posto a Comotto, ma per il serbo, fortemente voluto dal suo allenatore per svolgere il ruolo di vice-Pasqual, si sospetta una lesione piuttosto seria al bicipite femorale destro. I minuti passano, le emozioni scemano. Le squadre cominciano a fronteggiarsi a centrocampo tralasciando lo spettacolo, salvo rare occasioni ambo le parti, fiacche e imprecise, che non impensieriscono Arcari e Frey. Va spegnendosi così la prima frazione di gioco sul risultato di 1-1: bello e pimpante l’inizio, il match si addormenta a metà del primo tempo.
La ripresa prosegue nel silenzio assordante del Rigamonti, attacca ancora il Brescia con Zambelli, segno che non ci sta a lasciare la Massima Serie con un pareggio. Così al 55’ Jonathas impegna Frey col destro, ma la Fiorentina non resta a guardare e due minuti più tardi un gran destro di Babacar, quasi alla cieca, finisce alto; poi tocca a Diamanti lasciare il campo per Nana Welbeck: eloquenti i fischi indirizzati al fantasista del Brescia, uno dei giocatori mancati alla causa salvezza. Dopo un po’ la curva dei sostenitori bresciani si svuota, è l’immagine chiave dell’annata alquanto negativa per la squadra di Corioni che, domani, dovrà costruire un nuovo progetto per risalire immediatamente in Serie A, probabilmente senza Iachini. E il Brescia, ora, non ci crede più rendendo la partita brutta e noiosa, tenuta in vita, per quanto sia possibile, da Cerci al 75’, il quale sfrutta un’uscita sbagliata di Arcari e piazza un sinistro vincente. Nonostante ciò, Accardi ha ancora quel giusto orgoglio da permettere ai suoi di pareggiare: è suo il goal del pareggio avvenuto all’88' grazie alla complicità di Frey. Può bastare così, il Brescia lascia la Serie A con un pareggio e saluta Iachini e il 37enne Antonio Filippini, l’unico ad uscire tra gli applausi del pubblico, che da domani appenderà le scarpe al chiodo dopo 623 presenze da professionista, 307 con la maglia della squadra che ha lanciato lui e il fratello-gemello Emanuele. Cala il sipario anche per la Fiorentina che termina il campionato al nono posto, appuntamento alla prossima stagione.
CHIAVE – Gli errori difensivi da entrambe le parti permettono alle squadre di segnare. In realtà, non v’è mai stata una svolta vera e propria nel corso dei 90’ di gioco.
CHICCA – L’ultimo match al Rigamonti tra le due squadre è del lontano 15 gennaio 2005: 1-1 il risultato finale, a segno Miccoli per i Viola e Di Pasquale per i bresciani. Il grande ex della giornata è il tecnico, quasi ex, del Brescia Iachini, il quale ha giocato nella Fiorentina di Roberto Baggio, raggiungendo la finale di Coppa Uefa nella stagione 1989/90, persa contro la Juventus.
TATTICA – Il 3-5-2 di Iachini permette al Brescia di chiudere gli spazi a centrocampo, ma la squadra non riesce ad impostare al meglio le mosse offensive e la Fiorentina, forte di un attacco veloce supportato a centrocampo da Behrami e Vargas, riesce senza difficoltà a ripartire in contropiede.
MOVIOLA – Al 13’ suggerimento filtrante da dietro per Eder che scatta troppo in fretta, giusta la segnalazione di fuorigioco. Al 50’ Zebina viene ammonito (diffidato, salta la prima di campionato 2011/12) per una trattenuta su Babacar, ma forse è l’attaccante viola a commettere per primo il fallo.
PROMOSSI&BOCCIATI – Bella la prova di Eder (voto 7) nelle file dei padroni di casa, propositivo nel reparto offensivo e uno degli ultimi a gettare la spugna; Zoboli e Diamanti (voto 4,5) pagano più di tutti, oggi, i frutti di un’annata da dimenticare in fretta: il primo discontinuo e vagabondo, il secondo inesistente. Cerci (voto 7,5) mostra ancora una volta una forma smagliante che l’ha reso costantemente attivo e scatenato in questo finale di campionato, mentre Montolivo (voto 5), distratto dal mercato e dalle voci che lo vogliono via da Firenze, non è mai riuscito a mettersi in luce.
Andrea Cardinale