Pochino Express – Prima e seconda puntata

Creato il 10 settembre 2013 da Signorponza @signorponza

Quella che segue è la cronaca di Pechino Express vista dagli occhi di due concorrenti in gara, Fabry e Signor Ponza (aka I BLOGGER), che per motivi che saranno chiariti nel racconto, la produzione nella persona della produzione ha deciso di non mandare in onda. In altre parole il più grande scandalo in Rai dai tempi dell’epurazione di Biagi, Santoro e… come si chiama l’altro? Ah, sì. Luttazzi.

Le parole del blogger Fabry sono evidenziate in BLU, mentre le parole del blogger Signor Ponza sono evidenziate in BORDEAUX

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PRIMA PUNTATA

Quando il Signor Ponza mi ha telefonato dicendomi che avevamo un colloquio con la produzione di Pechino Express la mia mente ha cominciato a cavalcare indomita, galoppare selvaggiamente immaginando il mio discorso di ringraziamento agli Oscar. Inutile dire che finalmente il mondo ci ha notati e che siamo onorati di aver fatto parte di questo gioco, anche se c’è stato qualche intoppo di cui magari vi parlerà Signor Ponza. Comunque niente, questa è la nostra avventura attraverso quattro paesi, e scusate se abbiamo mentito sulla nostra partecipazione ma ci è stato chiesto di mantenere il riserbo come immaginerete.

Alla partenza per il Vietnam eravamo felicissimi, perché finalmente avevamo tra le mani la chance per diventare famosi ma soprattutto di conoscere il nostro idolo Costantino Della Gherardesca. Peccato che Fabry abbia un’attitudine molto facile alla bestemmia, nel senso che in lui si sono reincarnate le figure dell’uomo Veneto, di Germano Mosconi e del Baffo Roberto Da Crema. E siccome sappiamo tutti che fine fanno le persone che bestemmiano in tv in Italia, ed ecco spiegata la nostra esclusione dalla messa in onda su Raidue. Questo però non ci impedirà di raccontarvi quello che abbiamo visto in queste settimane passate in quei posti dai nomi impronunciabili.

Quando siamo arrivati in Vietnam continuavo a dire al Signor P. “Oddio Andrea, facciamo in modo di andare a dormire insieme ad Alessio Sakara e a quel suo amico che ci scappa il sex tape.” e lui invece si informava sul vietnamita di base e sui mezzi di trasporto locali. Partiamo benissimo.

In realtà i miei occhi erano tutti per Ciavarrino, ma questo non riveliamolo a Fabry.

Simpatico Costantino quando ci ha annunciato che, contrariamente a quanto stabilito, il gioco sarebbe partito un giorno prima. Andrea in panico completo a cercare gli zaini e io che importunavo il capotreno per sapere se ci fosse la carrozza ristorante, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo scesi in una qualche città sperduta del Vietnam. Alla fine arriviamo a destinazione e ci comunicano che dobbiamo correre verso non ho capito dove perché impegnato a guardare il figlio di Ciavarro, com’è come non è Signor P. capisce cosa dobbiamo fare e comincia a fare l’autostop.

Mentre Fabry è impegnato a squadrare da capo a piedi i maschi del programma, io cerco di studiare quali sono gli avversari più temibili. La marchesa si dimostra da subito il personaggio più forte, quindi questo vuol dire che la produzione nella persona della produzione non la eliminerà mai e poi mai prima della fine. A discapito delle sue doti da vera avventuriera.

E poi ha al suo fianco Gregory, che deve essere un uomo paziente che se è sopravvissuto tutto questo tempo in sua compagnia, figuriamoci se non sopravvive a Pechino Express. E poi ci sono Corinne Sclery e il povero Angelo. Che ai più superficiali potrà sembrare la classica coppia in cui lui aspetta solo che lei schiatti, in realtà trattasi di una coppia Master & Slave ben affiatata che temo metterà in riga tutti.

Ma non c’è troppo tempo per i tatticismi, che la gara già ci sfugge di mano.

La Marchesa e il suo maggiordomo ci inculano l’ape su cui io volevo fare il cosplay di Thelma & Luise ma comunque arriviamo a ‘sta benedetta porta che segna l’ingresso di un quartiere in cui dobbiamo rintracciare un negozio dove un amico vietnamita ci consegna i soldi, la mappa e le indicazioni per arrivare al primo traguardo, la baia di Halong. Grazie all’Ars Amandi di Signor P. troviamo un passaggio nella macchina di una MILF vietnamita ma per le povere BLOGGER niente è facile, e Costantino ci manda un messaggio via radio per dirci che dobbiamo scendere e trovare ospitalità per la notte. Inoltre, tanto per gradire, non possiamo più usare i soldi e io ho un buco allo stomaco che Death Valley levati. La difficoltà più grande è che questi vietnamiti non parlano una lingua che sia una, nemmeno il vietnamita, e trovare un alloggio per la notte si rivela difficilissimo.

Io che sono abituato a frequentare solo alberghi dalle quattro stelle in su, tant’è che a un certo punto Costantino non riusciva più a distinguere chi fosse la Marchesa tra me e quella bionda, ho qualche problemino ad accettare gli alloggi che ci propongono. E infatti l’idea di ritirarmi dal programma mi accarezza la mente più volte. Ma non c’è tempo per pensarci troppo perché Fabry sta bestemmiando e non capisco se contro i vietnamiti o contro gli insetti e la sporcizia, o se contro tutte queste cose contemporaneamente. Mi chiedo se i bip siano in grado di coprire tutto.

Mentre gli Amici, quelli boni per intenderci, cercano di sistemarsi in una casa chiusa, io e il mio compagno di avventura rischiamo di finire in galera perché qualcuno si introduce in un negozio di telefonia perché ammaliato dai nuovi modelli non ancora usciti in Europa. Grazie Andre, ci mancava la perquisizione dai poliziotti vietnamiti. Niente ci fermerà, non demorderemo, non ci abbatteremo. Riusciamo ad arrivare nella baia e lì le cose si complicano: dobbiamo remare su una specie di zattera nel Paleolitico per arrivare al veliero. Inutile dire che arriviamo ultimi, perfino dietro le modelle e che quasi voliamo in acqua come la Marchesa. Ricordo ancora il Signor P. che urla “Fabry rema, rema come se dovessi andare all’all you can eat di McDonald’s!!”. Arrivare ultimi ha i suoi vantaggi, almeno non possiamo disputare la prova leader che ci avrebbe visto improvvisarci prima pescatori e poi pescivendoli.

Alla fine partiamo per la tappa successiva profumati come un’orata e carichi come un pesce gatto, you’re gonna hear us ROAR! Dai che dobbiamo fare solo 376 km in autostop fino alla prossima tappa, cosa vuoi che sia! Ragazzi, comunque il Vietnam è un paese bellissimo, io ve lo dico che se dove organizzare le vacanze l’anno prossimo questo è il top. E invece. Trovare un posto dove dormire la seconda notte si è rivelato ancora più difficile della volta precedente: abbiamo provato a chiedere in un Hotel sperando di venire acclamati come VIPS ma abbiamo saputo che avevano mandato via anche la Marchesa e il suo maggiordomo. Alla fine troviamo ospitalità presso una famiglia di emigrati russi e passiamo la serata a scoprire i segreti del contrabbando internazionale di armi.

Il giorno dopo, dopo tortuosi imprevisti, siamo chiamati nell’ardua impresa di trasportare delle uova, senza romperle, e caricare il maggior numero di taniche piena d’acqua su di una bicicletta. Tutto per farci dare le istruzioni per raggiungere la prossima tappa. Ca va sans dire che è il Signor P. che si occupa di queste delicate operazioni mentre io cerco di capire che fine abbiano fatto i Ciavarro’s e, soprattutto, se sono senza maglietta. Ce la facciamo, e manco a dirlo dobbiamo fare l’autostop. Io in preda ad una crisi di panico comincio a menare un vietnamita che nemmeno Corinne Cléry con il suo fidanzato, per fortuna arriva Ponza che con il suo fare diplomatico sistema tutto. Riusciamo, nonostante le percosse e le denunce alle autorità locali, ad arrivare al traguardo. Nonostante vincano Corinne TSO Cléry e il suo fidanzato, non siamo ultimi.

Per noi, Pechino Express continua. Ma anche per i candidati all’eliminazione aka I LAUREATI che, INASPETTATAMENTE, sono salvati dalla produzione. Farei inoltre notare che, come una splendida metafora dell’Italia, quelle svampite delle MODELLE fanno più bella figura che quei due col pezzo di carta.

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SECONDA PUNTATA

Mentre facciamo le splendide, il simpatico Costantino ci fa sentire una canzone incomprensibile che guarda caso dobbiamo imparare a memoria. Io non ho capito niente mentre Signor P. ha tutto bene in mente, so solo che dobbiamo correre come le pazze al mercato a recuperare pezzi di carta sui quali è scritto il testo di ‘sta canzone. Ora, voi sapete tutti che io ho partecipato ad X Factor e Signor Ponza è campione nazionale di Sing Star, ma abbiamo fatto un po’ la figura dei cretini. Contate che dopo esserci esibiti ci hanno soprannominati Scatarro Perry e Kelly Clacson.

E niente, io lo sapevo che quel giorno in cui un venditore ambulante aveva cercato di vendermi Sing Star Vietnamese Edition avrei dovuto acquistarlo e non scappare al grido di “tornatene al tuo Paese!”. Quindi immaginate come possa essere andata la prima prova. Non che chi ci ha preceduto abbia fatto di meglio. I Ciavarri si sono presentati impreparati come uno studente alla sessione di settembre degli esami universitari, mentre i laureati hanno fatto la stessa figura che facevo io alle interrogazioni di filosofia.

Riusciamo comunque a superare la prova e ci mettiamo in mezzo alla strada, immaginate la scena: Signor P. in porno short camouflage che cerca un passaggio urlando in milanese cose incomprensibili ai vietnamiti, ma levatevi perché troviamo un motorino che ci fa sfrecciare nel traffico come Audrey Hepburn in Vacanze Romane. Niente, comunque passo la giornata a storpiare in napoletano il nome della nostra destinazione UE’ UE’ UE’ che il Signor P. mi voleva tramortire con le mappa ma tant’è. Troviamo ospitalità presso una pompa di benzina nonostante il Signor P. non abbia la minima intenzione di pernottare tra le pompe lo convinco dicendogli che magari Sakara ci fa una visita di notte. Dopo solo tre giorni di viaggio il rapporto tra me e Signor Ponza comincia ad incrinarsi, lui pragmatico, materiale, calcolatore e votato alla vittoria, io baraccona, casinista e votato al “Troviamo un posto dove mangiare ASAP”. Ma la produzione crede in noi, ha creduto in noi chiamandoci, e non saranno certo i nostri caratteri taglienti a farci esplodere. VINCEREMO. La produzione comunque cerca sempre nuovi modi per umiliarci, e la missione di oggi lo dimostra: dobbiamo cercare, e convincerlo a seguirci non so dove, qualcuno che si chiami non ho capito come. Meno male che Signor P. è laureato alla Bocconi e ci porta alla vittoria perché io stavo urlando come un disperato “Mr Ngulet dove sei?”.

Sono abbastanza confortato perché questa prova non mi sembra tanto difficile. Nonostante alcune coppie di nostri avversari la facciano sembrare tale.

Mentre gli amici boni e Corinne TSO Cléry disputano la prova leader, io e il mio compagno di avventure ci lanciamo alla ricerca di un internet point che abbiamo un #AskFabry da pubblicare per non destare sospetti. Nessuno sa che ci troviamo qua: mia madre crede che sia in trasferta a Lecce, e la mamma di Andre pensa che lui si trovi in vacanza nelle Marche. I nostri invece sono convinti che siamo davanti ad un PC a scrivere e fregnacce per il blog. E INVECE.

Altro giro, altro autostop. Questo è il turno di un pulmino di una casa di riposo, e mentre Signor P. si intrattiene spiegando ad una gentile nonnina vietnamita che ci deve votare ai MIA13, io vedo la tempesta arrivare. Uno tsunami di fango e pioggia ci investe, noi bagnate come mignotte stuprate in una sera di ottobre e Costantino ci contatta alla radio per dirci che dobbiamo scendere dal nostro mezzo e cercare riparo per la notte. Devo ringraziare Andrea che ci ha trovato una casa, finalmente decente, dove passare la notte perché io totally avvilito rannicchiato in un angolo che canto “Kiss the rain” di Billie Mayers.

Fabry intanto si è già pentito di aver intrapreso questa avventura e, mentre mi trovo al bagno, lo sento intavolare una trattativa con la produzione per scambiarmi con Gregory.

Dopo una notte turbolenta fatta di tuoni che il Signor Ponza ha mangiato i fagioli, ci svegliamo recitando “La quiete dopo la tempesta” di Leopardi prima di farci altre otto ore di auto stop come i peggio morti di fame. “Ma chi ce l’ha fatto fare Andrea?” – “I soldi.” Ad un certo punto arriviamo alla agognata bandiera di Pechino Express che segna la fine del nostro autostop e l’inizio della nuova sfida: dobbiamo correre in una risaia e raccogliere il riso. Ma ragazzi scherzate? LE BISCE D’ACQUA, I RAGNI, GLI SCORPIONI, GLI INSETTI, I ROSPI. Mentre io prendo il telefono satellitare per chiamare il mio avvocato perché non credo di aver firmato per una cosa del genere, il Signor P. si mette di buona leva a fare la mondina che sinceramente perfino mia nonna, che è mondina veramente, si è inchinata.

Io sinceramente per questa prova puntavo tutto su Fabry che, essendo pavese, di risaie avrebbe dovuto saperne a pacchi. Invece ho scoperto che con insetti e rettili è peggio di me. E quando dico “peggio di me” intendo che in confronto la Corinne Sclery sembra una persona equilibrata. Mi rimbocco quindi le maniche e mi metto al lavoro, incurante del pericolo ma solo perché ho già sentito la parola “alcol”.

Serpenti a parte dobbiamo portare il riso raccolto da un vecchio e lanciare dei dadi. Non capisco il senso della cosa, ma mi spiegano che dobbiamo bere un bicchiere di grappa vietnamita pari al numero che ti esce sul dado. Contro ogni previsione non sono io quello che si ubriaca ma è il Signor P. che si cimenta poi in uno spogliarello che domani metto le foto su Instagram. Tutto il resto è un lontano ricordo: mentre gli altri concorrenti raggiungevano la destinazione prefissa, io pulivo il vomito del Signor Ponza sotto il severo controllo di una mondina comunista. Non so dove abbiamo passato la notte, nemmeno Andrea se lo ricorda, ricordiamo solo che la mattina dopo abbiamo cercato come disperati una farmacia incappando in Corinne Cléry che picchiava il fidanzato con una canna di bambù, top!

[Anche Corinne Sclery, dopo aver cazziato il povero Angelo, ci ha votato ai MIA13]

Il post Pochino Express – Prima e seconda puntata, scritto da Signor Ponza, appartiene al blog Così è (se vi pare).


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