Voi che condannati sull'orlo del precipizioove scorre il muto pianto di chi è vinto dal dolore,il ferro cinge le vostre
caviglie e l'occhio
fissa il nero abisso. Il cuore insidia:
"spezza questa catena e
libero precipita nell'oblio,
ora che inutili sono le tue ali",ma le mani sono nude,inerme è la mortale carnesulla ruggine.
Spiegate le ali, o poeti.
Voi, che le vostre nere piume intingere potete,
nelle acque addolorate, sgorgate dalle anime di chiasciutte ha le pupille. Svegliatevi la notte quandoil fiume è pieno e neroe all'occhio pare inchiostro.Non guardate il cielo in cui mai più vi alzerete, ma giù.
Giù bagnate le vostre ali e a quella fonte benedettaversi di pece ricamate.
(Antonella Iuliano)