cambiarono: la dinamica
e il peso dei tuoi silenzi*
(e il mio affanno a riempirli,
senza dire niente)
e il modo in cui sapevo intercettarli
(ma un tempo, evitavi di guardarmi?)
(forse ero io che cercavo troppi segni, che ti scrutavo troppo, che cercavo i tuoi occhi troppe volte)
(gli amici non si guardano negli occhi così tanto)
* (ed è un silenzio che non mi ricorda affatto
l'imbarazzo che avevamo, l'occasionale mancanza di argomenti
che ci stava pure, prima che accadesse tutto il resto)