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Poesie e Racconti # 61 – Undici Minuti di Realtà

Da Dietrolequinte @DlqMagazine

Monica Cimini 5 luglio 2013 

Poesie e Racconti # 61 – Undici Minuti di Realtà

Era un venerdì di giugno e mi trovavo a San Salvo in provincia di Chieti in Abruzzo ad una piccola festa di quartiere, organizzata dalla Pro loco del posto. C’era un grande scivolo gonfiabile, la bancarella delle arachidi, la fontana che rinfrescava l’aria e c’era lo stand del cibo e delle bevande. Da queste parti si mangiano gli arrosticini: sono degli spiedini di carne di castrato cotti sulla brace. Costavano sessanta centesimi di euro e ne abbiamo presi una decina. Non è l’ideale prima di andare a dormire, ma qui si usa così… e poi vi assicuro che lo spettacolo che mi hanno offerto i miei figli mentre si arrabattavano per spiccicare la carne dal ceppo avrebbe pagato anche una notte di male al pancino. Ovviamente non mancava la musica. La serata è andata tra cover dei Ricchi e poveri e di Luciano Ligabue, dove io ed altre mamme abbiamo faticato per tenere a bada una banda di bambini scalmanati; poi, fortunatamente, il ritmo si è spostato sulle canzoni d’amore di Vasco Rossi, lasciando un gradevole lieto fine. Perché ho chiamato questo racconto Undici minuti di realtà? Perché Paulo Coelho un giorno ha scritto che per fare l’amore bastano undici minuti. Beh non è amore ciò che ho raccontato fino ad ora? E non impiegherete più di undici minuti per finire di leggerlo. Questa sensazione di pace io la chiamo salvezza dell’anima. A volte ho creduto di non avere il diritto di scrivere, di non avere nessuna storia mirabolante da raccontare. Intanto scrivevo e il farlo mi teneva distante dalle complicazioni della truce vita quotidiana. Poi un giorno, mentre guardavo un concerto al Mezz un locale dietro Temple Bar a Dublino, una ragazza mi ha chiesto dove avevo comprato la fascia per capelli che portavo in testa. Mi sono guardata allo specchio e mi sono resa conto di essere più normale di quelle che credevano sprecassi il tempo a riempire quaderni di poesie. Il libro di Coelho, il cui titolo è appunto Undici minuti, racconta la storia di Maria, una prostituta che decide di cambiare vita; meglio morire di fame. Si dà da fare: studia, studia notte e giorno come metter su un allevamento di bestiame. La fame l’ha spinta a sbagliare strada e la fame le rende l’idea per cambiare vita. E poiché non esistono sogni impossibili, Maria riesce nel suo intento, sposa una brava persona che si dà da fare per mandare avanti la famiglia. Un uomo che lei non avrebbe neanche visto nella sua vita precedente, perché la fame le imponeva di cercare qualcuno che avrebbe potuto mantenerla; la sottile differenza tra mantenere e sostenere. L’uomo che è riuscita a sostenerla le ha aperto gli occhi, in quegli “undici minuti”, dice Coelho, Maria è riuscita a vedere il volto di Dio. Mi viene da scuotere la testa però è bello trovare alla fine del volume un lieto fine, per questo lo giudico un buon libro. Io non ho mai cambiato strada perché l’unica strada possibile è quella che calpestiamo con i nostri piedi. La vita che scorre sotto i miei occhi per via della polemica tra avere voglia di scrivere e la sensazione di non averne il diritto crea un fiume di parole intestine; la coincidenza della lettura del libro di Coelho con la festa di quartiere mi ha aperto un nuovo canale di riflessione. Senza volerlo Maria si inserisce in un circolo vizioso mondiale. Il problema più grande dell’umanità dicono che sia la fame nel mondo. Ma non vi sembra strano che le stesse persone parlino anche di maltrattamenti sugli animali? Non basterebbe Zwirner per risolvere questo dilemma. A complicare la situazione ci si mettono anche i supermercati con le loro super offerte. Per esempio, come possono le coscette di pollo costare due euro e novantanove centesimi al chilo? Quante coscette dovrebbe avere un pollo per sfamare tutta la popolazione mondiale? Se non ricordo male fu proprio uno scrittore italiano che provò a risolvere questo dilemma; alla nonna toccava il collo. Adesso se non sbaglio i polli che si vendono al supermercato non hanno più il collo. Un arrosticino pesa più o meno cinquanta grammi; dodici euro al chilo non sono tanti se li rapportiamo al macellaio di fiducia. Maria con il suo allevamento è entrata, forse, nella grande distribuzione. Morale della favola? Come disse Gesù, fatti piccolo e vedrai le cose più grandi.

 

     

     

     


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