Esili mani bianche porgono gaudenti carezze
Neri capelli s’insinuano tra labbra voraci
Lesti respiri percorrono sentieri di cute fremente
Ardori mai sopiti si donano a lascivi attimi
E come la pioggia placa la sete al prato
Tu disseti la mia brama
sei cibo per occhi
affamati di soavità antica
l’incanto della primavera
Spuma dell’onda
che svanisce e ritorna
Ti cerco in ogni attimo del mio vivere
Mi addormento pensando ai Tuoi occhi
per ritrovarli dentro un sogno.