L’inseguimento, la lotta
sull’orlo invisibile,
le immagini afferrate, già credute
nostre, ed in un istante
ridivenute nebbia,
il deluso ritorno -
di cacciatore a cui toccò soltanto
uno stormir di frasche e il breve lampo grigio
della lepre che a balzi si salva tra i cespugli;
di pescatore la cui lunga attesa
finì in un guizzo ironico di carpa,
quella beffa d’argento sull’amo appena sfiorato…
Come siamo sconfitti!
Come ci cadono di mano le inutili armi!
La pietra resta pietra, il foglio una frusciante
assenza, la tastiera
ostinato silenzio.
Il vuoto si difende.
Non vuole che una forma lo torturi.
-M.Guidacci-