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Poeti (ri)trovati – Parveen Shakir: tra amore e libertà di Angelica D’Alessandri

Creato il 22 aprile 2014 da Wsf

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Parveen Shakir fu una delle poetesse più rinomate del Pakistan. Il suo contributo si interruppe troppo presto, a causa di un incidente stradale che le costò la vita.
La sua poesia resta viva, e come una musica risuona, melodiosa, in tutti coloro che hanno letto o ascoltato i suoi versi.
Messaggi d’amore e libertà vibrano nella sua poetica.

“Yes, I’m happy to remain a butterfly:
Though life’s needs conspire against me
At least my wings are still intact“

La potenza espressiva di questi versi è notevole.
Essere libera è difficile; libera dalle responsabilità, dai sentimenti che creano inevitabili legami.
Con i suoi versi cerca di liberare se stessa, ma non solo. Ha una forza interiore che trasmette con semplicità e, attraverso di essa, è come se riscattare un po’ noi stessi.
Vuole trasmettere, attraverso un soliloquio interiore, la capacità di guardarsi all’interno. Guarda dentro le nostre paure e spinge a riflettere.
Con poche scene ha descritto un mondo, un’intera società, che spesso si ha paura di guardare negli occhi.

“How long did we sit in talk
under the flowering Jacaranda tree?
I don’t know. I only know,
the Moon crept out from behind the tree
and placed his fingers across our eyes.”

La poesia è musica e, proprio come delle note, le parole e i simbolismi rimangono impresse nella mente; diventano esperienze vissute, sentimenti provati da una persona che in realtà, grazie alla sua arte, vivrà in eterno.
I suoi versi sono collegati da una sensazione di purezza che trasmette al lettore un effetto veritiero; raggiunge l’essenza della poesia e, con il minimo sforzo, rende tutti partecipi della sua identità.

“I have already kindled the candle of my eternal love.
That light has decorated my solutude.”

L’amore, la natura e l’identità, come leggere farfalle si fanno strada nella mente del lettore. Descrivono scene di vita quotidiana e riflettono, attraverso la poesia, sensazioni tenute nascoste, piaceri proibiti, di cui spesso gli altri non si accorgono.
Schiudere l’anima, come le ali di una farfalla. E’ questo che caratterizza Parveen Shakir, la libertà, l’amore, espresse in pura essenza; la sua poesia: come un battito d’ali.

ALCUNI SUOI TESTI TRADOTTI DA ANGELICA D’ALESSANDRI:

Un consiglio

Se
in una conversazione
ci sono intervalli silenziosi,
le parole diventano silenti;
mio eloquente amico,
presta attenzione
a quel silenzio.

*

Felice di essere una farfalla

Allo scoccare degli anni vissuti…
Ha qualcuno bussato alle mie mute finestre,
o ero intimorita in un sogno?

Può questa casa contenere l’amore?
Le pietre sulle fondamenta sono talmente spaventose
da far tremare i vetri.
Forse il timore giace dentro di me
più di chiunque altro là fuori.
Il timore dei suoi begli sguardi,
la devozione che nutrivo per la sua mente,
la paura di una danza di abbandono selvaggio
sotto i suoi occhi che mi cercano…
Mere coperture.

Non voglio dire: “Ecco, è lui.”
Perché perdere quello che in tutti questi anni ho
guadagnato:
la mia libera vita, la mia libertà di pensiero?
So che se capiterò sotto le sue mani
Mi tramuterà in una persona qualsiasi.
Confinata nelle mura dei suoi desideri,
dimenticherei tutto ciò che ho imparato
le gioie della luce, del vento e dei profumi.
Sì, sono felice di essere una farfalla:
anche se la vita sembra cospirare contro di me
almeno le mie ali rimangono intatte.

*

Poesia

Quanto tempo siamo rimasti seduti a parlare
Sotto l’albero di Jacaranda in fiore?
Non lo so. So solo,
che la luna è sorta dall’albero
e ha posato le sue dita tra i nostri occhi.

*

A un’amica

Ascolta, ragazza, questi momenti sono come le nuvole:
li lasci passare e se ne vanno via.
Inzùppati col loro tocco umido. Imprégnati.

Non sprecare neanche una goccia.
Ascolta, i temporali non ricordano
le vie,
e il Sole non può leggere indicazioni.

*

Fortuna sotto la pioggia

Il destino ci ha dato un’ultima occasione?
La pioggia ci ha fatti incontrare.
Ha visto quant’ero sfuggente,
e in quel momento mi ha sorriso.
Adesso ho capito: chi è stato a farmi piangere?

Se vuole può cambiare idea.
Ma io avevo già acceso la candela del mio
eterno amore.
Quella luce ha decorato la mia solitudine.


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