Pensiamo ad esempio a Chavez e a Morales che in Venezuela e Bolivia hanno nazionalizzato le risorse primarie, incassato montagne di miliardi di dollari ed avviato, con quelli, riforme sociali sconosciute a buona parte del continente Sudamericano. Parrebbe un ottimo risultato. Possibile che i fautori del Nuovo Ordine Mondiale abbiano permesso che cio’ accadesse impunemente? Se partiamo dal presupposto che nulla sfugge all’Elite e che cio’ che non e’ provocato e’ quanto meno permesso, allora ci deve essere una ragione se Chavez e Morales stanno ancora al loro posto.
La loro situazione suggerisce un parallelismo con quella di Gheddafi in Libia, almeno fino a qualche settimana fa. I loro Paesi tendono a rappresentare un esempio di progresso per i confinanti piu’ prossimi e sono dipinti come una spina nel fianco degli Stati Uniti che, non si sa bene perche’, sembrano costretti a sopportarli. Possiamo definire queste nazioni anomale come infezioni potenziali. Ma e’ mai possibile che l’Elite non debelli il virus prima che si diffonda? Perche’ in effetti pare ovvio che un’infezione del genere sia destinata a mietere vittime ben oltre i confini nazionali entro cui si materializza. Il Nordafrica ne’ un esempio, attuale e lampante. Potrebbe accadere in Sudamerica cio’ che sta accadendo oggi sulle coste mediterranee? Probabile, i presupposti ci sono. Dando per scontato che all’Elite non sfugga nulla, allora tutto cio’ e’ voluto, provocato o quanto meno temporaneamente permesso. Perche’?
Tra l’altro, per convincere tutti i contadini del continente nero a mollare la terra, a vivere in una baracca in citta’ e – in ultimo - ad imbracciare le fionde al momento dato, bisogna pur fargliela provare questa televisione, bisogna darglielo il telefonino. Senno’ se ne stanno in campagna a piantar semi e mungere vacche per altre duecento generazioni. I due agenti patogeni, televisione e telefonino, sono stati ampiamente introdotti e diffusi negli ultimi anni grazie alla collaborazione brevimirante degli indiani e dei cinesi. Le sinapsi degli indigeni erano del tutto impreparate all’impatto col consumismo occidentale. Ora questi ne vogliono ancora, ne vogliono di piu’. Lo so che quel che segue e’ poco credibile, ma io conosco uno che vive in una capanna con pareti e tetto di paglia, quasi non ha da mangiare, non ha l’acqua corrente ma ha un televisore e un Blackberry. Curioso, nevvero?
Ma non divaghiamo... parlavamo di Venezuela, Bolivia e Libia. Questi Paesi con un indice di sviluppo ‘socio-economico’ superiore ai loro confinanti si dice fungano da esempio. Non ci si chiede mai se sia un buon esempio perche’, tutto sommato, noi siamo i primi ad esserci dentro fino al collo. Il problema e’ che on e offline si parla pomposamente di democrazia, ma a ben vedere la democrazia non c’entra nulla con cio’ che sta accadendo. Se esportazione c’e’ stata, questa e’ bella che fatta. Non di democrazia pero’, ma di capitalismo in versione consumer. C’e’ voluto un decennio buono, ma alla fine sono riusciti ad esportare la voglia di spendere anche dove non c’era. E’ stato sufficiente quel briciolo di ‘civilta’ sviluppata’ che facesse da catalizzatore alla nascita di nuove esigenze. Parliamoci chiaro. A questi qua il telefonino non serve a una mazza, o se vogliamo essere diplomatici diciamo che qui, piu’ che altrove, non e’ assolutamente necessario. Ebbene, so che non ci si crede, ma nelle citta’ – e siamo in Africa - il telefonino ce l’hanno tutti: giovani, vecchi, uomini, donne, i disgraziati che tirano il riscio’, praticamente tutti. Davvero. Lo so perche’ li vedo coi miei occhi. Tutto questo non ha alcun senso ma se e’ accaduto in forma tanto acuta deve essere stato voluto dall’Elite. E torniamo ai massimi sistemi.
Non si sottovaluti la portata del fenomeno. L’esportazione del modello consumistico e’ stata feroce ed i suoi benefici materiali – esattamente come da noi – sono ricaduti su mediocri e ristrettissime caste economico-politiche locali. A tutti gli altri e’ stato concesso soltanto un assaggio. Ora pero’ anche le masse del Terzo Mondo sembrano cotte a puntino, tant’e’ che dopo la tivvu’ e il telefonino vogliono la Playstation. E qui son dolori perche’ questi non sono infeltriti quanto noi occidentali. Questi, se s’incazzano, menano. La spina attraente della civilizzazione occidentale ha infettato il ricettivo metabolismo africano alterandone le percezioni, deformandone la morale, deviandone con ciò la rotta. L'innocenza infantile è irrimediabilmente perduta mentre la credulità che l'ha distinta, detratta e vilipesa, attende i tempi maturi della riabilitazione.
Non mi stupisce che nessuno segnali il fatto che le rivolte del “pane” siano in realta’ rivolte per il credito telefonico o per un abbonamento satellitare, ma purtroppo la situazione e’ questa. Cio’ non toglie che, per far colore, sia stato anche fatto lievitare il prezzo del pane, se non altro per dare un nome caratteristico all’evento. Dove vivo io, proprio questa settimana, e’ stato dimezzato il prezzo del riso per garantire un rientro tranquillo ad un paio di ex dittatori pronti a candidarsi alle elezioni presidenziali prossime venture. Il problema non e’ il prezzo del pane, il problema e’ che i soldi per il pane sono andati da un pezzo in suonerie del cellulare e il tetto della capanna e’ sempre di paglia. La corsa dei poveri al consumismo e’ stata sostenuta dalle ONG e dalle chiese di ogni estrazione che svolgono localmente il ruolo di ‘esempio’. Lo stesso esempio che nazioni come Libia e Venezuela rappresentano a livello geopolitico. Tante persone semplici, del tutto impreparate all’impatto con le perversioni del sistema occidentale, ci prenderanno una facciata clamorosa. E se tutto questo accade, ripetiamolo, e’ provocato o permesso dai fautori del Nuovo Ordine Mondiale. Non ci si scappa.
Temo che sia arrivato il momento in cui gli studiosi che paventano il prossimo imperio di un Nuovo Ordine Mondiale si decidano a tirare le somme, a concedersi un atto di fede e la smettano di cercare ossessivamente nuove prove a carico della loro intuizione se cio’ li distoglie dalla questione principale ossia che, assunto per fede il paradigma del Nuovo Ordine Mondiale (come si assume per fede qualsiasi altro paradigma religioso, scientifico o morale), non c’e’ speranza di arrestare il processo. Guardiamoci in faccia... ma chi li ferma? Cio’ non toglie che al contempo ci si deve in qualche salvare il sederino. Di “materiale” ce n’e’ a iosa, di prove ce ne sono a bizzeffe, ben piu’ di quelle che un individuo e’ in grado di assimilare. Diciamocelo, che a tirare piu’ fili o l’ultimo filo sia la Massoneria o che siano i Gesuiti o una cricca di petrolieri armati fino ai denti o di banchieri nei palazzi di vetro o una famiglia di consanguinei schifiltosi o una setta di satanisti o di guru new age o tutti i precedenti messi insieme... tiro il fiato... comunque sia, il problema e’ che tutte le strade portano nella stessa direzione: tragedie, disastri, disgrazie e poi Nuovo Ordine Mondiale. Fare opposizione non e’ concesso alla Libia, ne’ all’Iran, ne’ alla Russia, ne’ alla Cina e nemmeno agli Stati Uniti. Ci sono tutti dentro fino al collo e non ne escono piu’. Volenti o nolenti (ma i piu’ volenti) finiranno per fare il gioco previsto in cabina di regia.
Poi che si fa?
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