Poi dici uno si incaxxa….

Da Romina @CodicediHodgkin

Quando leggerete sul giornale della ragazza incinta che ha preso a testate sulle gengive qualcuno, dovrete sapere che si tratta di me.

Andiamo a fare un po’di spesa e mi metto in fila alla cassa. La cassiera mi vede e mi chiama: “Signora, prego, venga qui”. Me lo deve ripetere tre volte perché potete chiamarmi signora anche tre ore, io nella mia testa ho 7 anni e non mi girerò mai, poi, in generale, non stavo pensando al fatto che potevo passare avanti. Anzi, nella maggior parte dei casi, a meno che non ci siano le casse preferenziali per le donne incinte, evito di chiedere se posso passare. Lo so che è un mio diritto ma, che dire, mi sembra quasi di approfittarmene e se non ce n’è bisogno evito.

Comunque, visto che è già un po’che sono in giro e che la Gnappetta Alfa usa la mia vescica a mo’di pallina antistress (leggi “me la stavo facendo sotto”), ringrazio e passo avanti con Maschio Alfa che mi precede. Passo e dalla fila arriva un “Eh, è arrivata questa…mortacci sua…” a voce alta. Voce di donna, tra l’altro. Mi giro con due occhi così. Tutta la fila è a testa bassa e si guarda le scarpe. Maschio Alfa non ha sentito e mi chiede perché esito. “No, niente, mi era sembrato di sentire qualcosa…ma SICURAMENTE mi sbagliavo” ho detto a voce alta guardando uno per uno tutti quelli in fila.

Ora, a Roma questo genere di insulto, tra amici, può piacere o non piacere ma per lo più viene considerato una carezza. Ma tra amici, appunto. Da un estraneo, per quanto mi riguarda,  è un insulto. Un insulto gratuito anche perché, alla fine della fiera, stavo solo esercitando un mio diritto sacrosanto.

Per fortuna ci sono sempre i bambini che molto più buon senso degli adulti e fanno ridere da matti quando dicono la verità. L’altra mattina ero al bar e un bambino di 6 o 7 anni mi guarda e dice alla mamma “Guarda, quella signora è fatta a forma di B!”….


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