Tra la mole di promo che arrivano m’ero ripromesso da tempo di scrivere di questo disco. Lui si chiama Jamie Crewe, è giovane e viene da Sheffield, e sembra avere tra i suoi modelli la dance, Owen Pallett e Arthur Russell. Forse l’ho sparata grossa ma, a sentire l’incipit della lunga “Men’s Feelings”, i paragoni non sembrano cosi campati per aria (stessi vocalizzi tenui che ricordano appunto Final Fantasy e simili basi finto-povere in odor di elettronica “newyorkese”, imbevute nel soul etereo caro all’autore di Another Thought). Non è poi un caso che la cartella stampa citi i Masters At Work per far quadrare ancora meglio la cosa (“Nite Birds” è house divertita). Tra le basi musicali del ragazzo compaiono pure un piano elettrico e le percussioni, a dare al tutto un’aura di sospensione celestiale. Nel mezzo il disco plana più o meno ala stessa maniera, ma non sembra vivere particolari picchi di originalità (d’altronde trovarla sarebbe pretenzioso di questi tempi), e la cartuccia buona viene sparata all’inizio. Però la traccia di chiusura più di qualcosa la dice, visto che racchiude in sé un afflato soul – ancora – particolarmente azzeccato. Insomma, il crossover sembra riuscito, e quelle voci a cappella sono inaspettate quanto spiazzanti. Avete presente quando a fine nottata in una discoteca passano le ultime note prima che arrivi l’alba? Non siamo alla chill-out più ovvia, certo, ma la sensazione è quella, di sudore misto a stordimento da alcol e alla voglia di poggiare le membra su un letto comodo, con la testa che gira vorticosamente e col ricordo di quella ragazza sconosciuta che ha ballato tutta la notte accanto a noi. Mistero e rilascio tensionale come missione compiuta. Attendiamo però la seconda prova.
Tracklist
01. Men’s Feelings
02. Nobody
03. Nite Birds
04. Love Bug
05. Yellow Poppy
06. Endless Pleasure