Gotta catch ’em all, gotta catch ’em all!
Sono sparita un paio di giorni e in realtà ora dovrei star studiando, ma la mia mente si è spenta mezz’oretta fa e ha deciso che per oggi, tra lezione e studio, non ne vuole sapere più, per cui meglio dedicarsi al blog! Spero di riuscire a tornare nei prossimi giorni operativa come fino alla settimana scorsa, esami permettendo, non so: farò il possibile per essere più presente nella blogsfera. Nel frattempo, per non farmi scoppiare il cervello nel tentativo di scrivere una recensione, ho scovato nei giorni scorsi un tag sui Pokémon e potevo forse non proporvelo?
Fangirl di Rainbow Rowell
Libro semplice, che affronta tematiche relativamente leggere con uno stile fluido e di una dolcezza che soltanto leggendolo, immergendosi, si può capire. Ancora non è arrivato in Italia e io non faccio che domandarmi perché: se lo sapete illuminatemi!
After di Anna Todd
“Odiato” è un parolone ma divertita tantissimo nel leggerlo e spezzettarlo per distruggerne ogni singolo aspetto che non ha senso e non sta né in cielo né in Terra, sì, rende benissimo l’idea.
E sappiate che ho da finire la serie :D
Tra il titolo e la copertina sembrava un disastro annunciato, eppure dopo due anni che l’ho letto conservo un ricordo più che positivo e ancora continuo a consigliarlo.
A dispetto di quanto frivolo si sia voluto farlo apparire è in realtà ben di più.
The winner’s curse di Marie Rutkoski
Se dovessi scegliere quale donna di un romanzo diventare, uno dei nomi tra cui sceglierei è il suo: Kestrel è una donna decisa, forte, disposta al sacrificio, capace di non farsi mettere i piedi sulla testa in un mondo fatti di uomini. Una con le palle e contropalle. Come si fa a non volerla imitare?
Prima o poi finirò la voce nel ripeterlo ma questo romanzo breve, quasi un racconto, è la tenerezza trasposta in parole, immagini e colori. Lo sto consigliando a tutti e se non l’avete ancora letto consideratevi avvertiti: lo adoro e lo venero come pochi altri libri!
L’ospite di Stephenie Meyer
Come si fa a non essere famoso quando la tua autrice è stata (ed è ancora) sulla bocca di un po’ tutti con la sua saga sui vampirelli luminescenti e la squinzia tontolona che inciampa sull’aria ogni due passi?
Pensavo l’avrei odiato come i libri di cui sopra, invece l’ho amato e mi ha cambiato l’idea della sua autrice.
Hybrid. Quel che resta di me di Kat Zhang
Eva non ha voce, né corpo ed esiste solo quando riesce a prendere il sopravvento sulla sorella, l’anima vincitrice
eppure la sua presenza è così tangibile ed evidente, nel suo non esserci, che è impossibile non rendersene conto e non amarla man mano che le pagine scorrono via. Il grande peccato è che la serie qui da noi sia interrotta.
Manuale della perfetta adultera di Ella M. Endif
Ogni tanto me lo rileggo, e ogni volta lo amo sempre un po’ di più. In un prodotto self è raro trovare una combinazione perfetta di una trama consistente e ben sviluppata, uno stile coinvolgente, dei personaggi rappresentati a tutto tondo e una cura che – quella davvero – si trova poco spesso anche in romanzi pubblicati da una casa editrice. Se non l’avete ancora letto, rimediate!
L’ordine della spada di Virginia De Winter
Io non vorrei inserirla in ogni tag, ché poi mi sembra di essere ripetitiva, ma ritrovarsi a notte fonda a leggere un mattone di quest’autrice è così semplice che nemmeno ci si rende conto che sono le quattro e forse è il caso di chiudere gli occhi un paio d’ore.
Coinvolgente, bellissimo, una delle mie saghe preferite.