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Una chicca antiquaria, "La canzone della polenta", musicata dal compositore Luigi Denza (Castellammare di Stabia, 1846 - Londra, 1922 ) l'autore di Funiculì Funicolà - con parole del Pompiere (chiunque esso sia stato).
Questo lo spartito, di cui esiste un'interpretazione del tenore Francesco Daddi (Napoli, 1864 - Chicago, 1945) per opera della 78 RPM International Talking Machine Odeon.
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LA POLENTA (versi senza sale)
Un bel dì fra l'Oglio e il BrentaVenne al mondo la polenta.Nella patria d'ArlecchinoNacque poscia il polentinoE dall'ali d'un CaponeOggi è schiuso il polentone;Salve o polenta piatto da reI tuoi fedeli proni al tuo pièCantano in tono d'a-la-mi-rè Polè, polè, a-la-mi-rè-polè, polè, a-la-mi-rèa-la-mi-rè
La gran manna del desertoCosì buona e saporitaNon era altro - ormai l' è certoche polenta travestita.Era il cibo degli deiLa polenta con gli usei.
Di polenta e farinataNoi qui siamo successori,e compongon la brigata Vati, musici, pittori,mimi, comici, cantanti,Giornalisti e tutti quanti.
Di polenta cavalieriAbbiam croci, abbian commende.Per insegna due taglieri,Con un mestolo che pende; Siam divisi in due legioni: Polentini e Polentoni.
Il Gran-turco sia lodatoChe ci da' la sua farina...Il più grande polentatoDell'Europa egli è in cucina.Guai se alcun toccar si attentaI pascià della polenta !