Mi sto perdendo? Qual è il punto? Non ho un punto particolare e comunque è troppo presto per fare il punto. Il fatto è che le tematiche che ci propone l’attualità a volte danno da pensare. Alcune volte più di altre volte, intendo. Per esempio dieci anni fa (anno più anno meno), le prime pagine dei quotidiani-che-contano – taglio alto taglio medio taglio basso e spalla – erano riempite dei fatti e misfatti della politica italica e di Berlusconi, poi a pagina 45 compariva un qualche trafiletto per spiegare – con prosopopea stile Istituto Luce, in opposizione allo stile più sobrio e low-profile di cui sopra – che in Svizzera stavano costruendo un grande acceleratore di particelle, con i soldi e la Scienza della madrepatria. Lo scopo? Tra i tanti, cercare l’infausto Bosone di Higgs: ma cosa garantiva che questa particella esistesse veramente? Davvero solo quel postulato minimo a pié di pagina tra gli scritti neppure troppo interessanti di quel tal scienzato albionico? Troppo poco per contentare il contribuente tartassato, o no? Due anni fa circa invece le prime pagine dei quotidiani-che-contano – taglio alto taglio medio taglio basso e spalla – erano riempite dei fatti e misfatti della politica italica (versione tecnica) e di Berlusconi; poi cominciava a guadagnarsi (faticosamente) la prima, qualche occhiello perplesso (insieme a qualche occhiello pietoso) che relazionava sui fiaschi del CERN con i neutrini superluminali, sul tunnel Gran Sasso –Svizzera della Gelmini, nonché sulla fatidica domanda (la cui corretta risposta è costata almeno 100 dollari di scommessa persa al grande Stephen Hawking): Bosone di Higgs sì o no? Di converso, quest’oggi le prime pagine dei quotidiani-che-contano erano sì riempite dei fatti e misfatti della politica italica (versione larghe intese) e di Berlusconi, ma in più, nell’articolo di spalla quando non in quello di taglio alto, veniva data grande visibilità alla notizia del Premio Nobel per la Fisica 2013 assegnato ai fisici Peter Higgs e François Englert (perché non chiamarlo Bosone di Higgs – Englert?) per la contemporanea teorizzazione dell’esistenza del bosone, scoperto anche grazie ai “soldi e alla Scienza della madrepatria”.
Il punto? Sì, adesso credo che si potrebbe tentare di farlo, fermo restando che le lezioni impartite e imparate – come accadde a Napoleone col suo generale, o viceversa – e come ci insegna il miglior ghedinismo dipendono sempre dalla prospettiva di visione. I più sadici tra noi (sempre gli stessi che speculavano sulla dialettica esodati-INPS) - dopo aver ironizzato sul fatto che l’Higgs non è sicuramente immune da colpe, nel senso che essendo alla base del meccanismo che permette la creazione degli atomi, dunque della materia, dunque degli esseri viventi e dunque anche dei politici italiani (ahinoi!) – potrebbero far notare che durante l’ultima decade mentre la Scienza nostrana ha fatto progressi da gigante e ha ben rappresentato il Paese nel mondo, i fatti e i misfatti della nostra Politica quello stesso mondo lo hanno fatto ridere dalle homepages di ogni giornale. E Berlusconi? Lui era sempre in “prima” e a questo punto è molto probabile che ci resterà fino alla trasformazione del sole in supernova, sempre in attesa di scegliere la comunità che lo accoglierà….
Ma è davvero questa la verità? E come potrebbe essere raccontata e vista questa curiosa ascesa con conseguente, incredibile “furto” della prima-pagina alla Politica italiana da parte del Bosone di Higgs (rubare alla Politica, sic!), in una ipotetica, brillante, arringa-ghedinica-to remember e con un’arte oratoria adattata ai tempi? Alla maniera del coraggioso generale di Napoleone, nessun tentennamento davanti a tanta arroganza: “Il bosone di Higgs? Ha rotto ‘u c…!”.
Featured image, collage dalla conferenza del Cern del 4 Luglio 2012. In alto a sinistra Peter Higgs. In basso, da sinistra a destra Joseph Incandela, Fabiola Gianotti, Rolf Heuer, il prof. Antonino Zichichi.
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