Di politiche attive ci siamo già occupati in diverse occasioni. Cosa serve perché siano davvero effettive? Prima di tutto, serve una rete, una rete di operatori interconnessi che possa gestire facilmente e con scambi di informazione continui le richieste delle persone che cercano sostegno sul mercato del lavoro. Un singolo operatore, pubblico o privato, non può molto, ma se espande il suo network ai network degli altri nodi della rete, le sue possibilità aumentano in modo esponenziale. Tutto a vantaggio della (ri)qualificazione e della (ri)collocazione delle persone.
Una rete è parte di un sistema, ma al sistema servono anche regole e fondi a sostegno. In Lombardia si è sperimentato con successo il modello della Dote Lavoro, che prevede di retribuire i servizi per il lavoro (dall'accoglienza con colloquio conoscitivo, all'orientamento, alla formazione o all'attivazione lavorativa) in base al risultato conseguito ed alla difficoltà di gestione della richiesta – quindi a seconda della difficoltà di (ri)inserire la persona nel mercato del lavoro. Un sistema che funziona, come dimostrano i monitoraggi settimanali. Per altro, questo è il sistema sperimentato da Garanzia Giovani a livello nazionale, con riscontri, però, non sempre positivi.
Torniamo al Sud. Lo scorso novembre un gruppo di operatori delle politiche attive del lavoro ha fondato l'associazione Itinerari per il Lavoro, con lo scopo di portare anche in Sicilia le idee di sistema, rete e sussidiarietà di cui abbiamo parlato poco fa, in linea anche con la riforma del Jobs Act. Hanno una mission: offrire servizi per il lavoro all'avanguardia; e una vision: realizzare un dialogo a 360° (anche di critica e di denuncia, se sarà il caso) con ogni stakeholder tecnico e istituzionale. Il concetto che abbracciano è quello della condizionalità-premialità: niente pagamenti in anticipo (come quei corsi di occupabilità di dubbia efficacia che abbiamo descritto in altri articoli), ma a risultato, con fiducia nella potenzialità dei propri mezzi e nell'efficienza del sistema.
Uno dei soggetti con cui hanno scelto di dialogare è proprio Proposta Lavoro e di questo siamo orgogliosi. Non è il caso di sottolineare quanto sia difficile per un paese come l'Italia dotarsi di buone politiche di questo tipo, quando, come le statistiche ci ricordano ogni volta, è ancora la raccomandazione e la conoscenza diretta il primo canale per trovare lavoro. E quando, sempre dati alla mano, passare dalla disoccupazione all'occupazione è infinitamente più difficile che cambiare mestiere. Itinerari per il Lavoro ha scelto di provarci in un territorio dove attuare questi piani è ancora più sfidante.
Ecco allora che, da parte nostra, continueremo a seguire il progetto e a comunicarvi i suoi sviluppi, sicuri che ottimi risultati arriveranno presto. Da parte dei nostri follower e dei nostri lettori, siamo aperti a tutti i suggerimenti ed a tutte le osservazioni che dovessero arrivare. Ci terremo aggiornati.
Simone Caroli