Ci sono i dialoghi che si fanno solo al sabato mattina tra moglie e marito quando l’atmosfera è perfetta per lasciarsi crogiolare nella sicurezza del primo giorno festivo, consapevoli che ce n’è ancora uno dopo. Che poi è il ragionamento che facciamo tutti, per illuderci che quei due giorni che l’economia ormai ci ha persuaso essere meri separatori della settimana lavorativa siano tre o quattro. Fuori è tutto grigio, sul piatto (per modo di dire) c’è l’ultimo dei Sigur Ros, la bambina si gode ancora il sonno del primo giorno di vacanza, e entrambi conveniamo che quando si parla di tutela della famiglia, al di là della sua composizione, quando si pensa alle agevolazioni economiche per ogni figlio, quando si dice che è bene incentivare i giovani a rendersi indipendenti e a creare la propria, si sposta il vero nocciolo della questione: uno sceglie con la massima accuratezza la persona con cui passare la propria vita e poi è costretto a trascorrere otto ore al giorno per cinque giorni alla settimana con gente di cui non gliene frega un cazzo. Per non parlare dei contratti del commercio e della babele di turni degli esercizi commerciali, quelli che il sabato e la domenica se la passano dietro una cassa con la pistola RFID in mano. Il fatto è, e credo di interpretare i desideri di molti, che non vogliamo più soldi, non vogliamo incentivi e non vogliamo agevolazioni, tantomeno recuperi. Vogliamo solo più tempo da trascorrere insieme, più mattine da dedicarci, più pomeriggi per giocare con i nostri figli, più serate per vedere film insieme senza l’assillo del doversi svegliare alle sei la mattina seguente per andare in ufficio. E fa sorridere l’enfasi delle iniziative istituzionali dedicate alla cura dei nuclei famigliari, quelli che si chiamano pure “family day” come se il giorno per noi e i nostri cari fosse una sorta di animale in via d’estinzione. Il giorno della famiglia, o della coppia in tutte le sue varianti, il giorno da trascorrere con chi amiamo dovrebbe essere ogni giorno in cui ne abbiamo bisogno. Che la sostenibilità parta da qui, da questo divano, dall’armonia tra noi e i nostri simili. Un programma così vincerebbe qualunque elezione.
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