Lo racconto perché forse non è chiaro a tutti che ci sono esseri umani, nostri fratelli e sorelle, che vivono accanto a noi da perseguitati, pur non avendo commesso alcun reato. Quella di Raphael è una storia triste come quella degli oltre 600 morti nel mediterraneo negli ultimi 3 giorni, ma aggiunge un particolare terribile: il dramma di uomini e donne che fuggono dalla miseria, dalla povertà e dalla guerra non termina quando approdano sulle nostre coste, perché la nostra legislazione è crudele quanto uno scafista senza scrupoli, se incombe come un incubo su persone oneste.
E’ arrivato sicuramente il tempo di “invertire la rotta“. Si deve passare a una politica dell’accoglienza. In Italia ci sono interi paesi spopolati, paesaggi della desolazione. Sono soprattutto al Sud, ma non solo. Sono paesi interni, per lo più appenninici o mal connessi con la “modernità”. E ci sono migliaia di case vuote, fuori dal mercato, terreni incolti, scuole ridotte a classi di una sola sezione, negozi che faticano a restare aperti. Se i soldi spesi per tutte le politiche sull’immigrazione venissero indirizzati all’accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo, ripopolando questi paesi, riusciremmo a trarne anche un vantaggio economico e sociale. I comuni di Caulonia e Riace hanno già sperimentato con successo questo modello. Perché non promuoverlo?