Politici e magistrati debordano

Creato il 23 settembre 2013 da Www.marsala.it @@il_volatore

di Leonardo Agate.    Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo alla Luiss a Roma, per la commemorazione del consigliere del Quirinale e amico suo, Loris D'Ambrosio, ha di nuovo bacchettato politici e magistrati per il debordare dei ruoli. 

 Il caso D'Ambrosio, finito tragicamente con un colpo apoplettico del magistrato distaccato, ha contrapposto l'anno scorso il palazzo presidenziale alla procura di Palermo. Gli alleati dell'uno e dell'altra, in questo Paese in cui ogni parte trova nemici e amici, cominciarono con il discettare se é consentito agli inquirenti intercettare telefonate tra inquisiti e presidenza della Repubblica. Dalla contrapposizione giuridica si passò velocemente allo scontro frontale. Il ricorso del presidente alla Consulta, per la violazione dei limiti costituzionali alle funzioni, fu vinto da Napolitano. Ma questo non placò gli animi. I fautori della legittimità delle intercettazioni e dell'impossibilità di distruggerle senza l'ordine di un giudice - che arriverebbe chissà quando - accettarono di malgrado, affermando che la decisione dell'alta corte era dettata dalla politica.
Giorgio Napolitano ha risentito su di sé il conflitto nato nel 1992 con l'inizio di Mani Pulite. Al contrario di altri presidenti - leggi Scalfaro - che tennero sempre un legame forte con l'ordine giudiziario, questo presidente in carica si distingue per l'imparzialità dimostrata. Che provenga dalla sinistra, di cui una parte é appoggiata e si appoggia a certa magistratura, senza esserne influenzato é un merito maggiore.
Dunque, Napolitano dà una botta al cerchio e una alla botte. Fa bene. Tutti e due hanno bisogno di un riposizionamento. Non é consentito che i vertici delle istituzioni, come ha fatto Berlusconi presidente del Consiglio, attacchino frontalmente i magistrati che gli fanno incomodo. Nemmeno é consentito ai magistrati di esorbitare dai loro poteri, assumendo atteggiamenti in contrasto con la sobrietà, la serenità, l'indipendenza, l'imparzialità, la riservatezza che un magistrato dovrebbe avere.
I politici hanno favorito l'estensione del potere giudiziario oltre il consentito, per la loro pochezza, per il timore verso i magistrati sostenuto dal contenuto dei loro armadi, pieni di scheletri.
I magistrati stessi non sono stati tutti fuorviati dalla megalomania e dalla passione politica. Solo una piccola parte ne é stata contagiata, ma é stata la più rumorosa e quella che é diventata più visibile. Cosicché la gente si é fatta un'opinione eccessiva della decadenza della magistratura. E questo é stata la conseguenza più grave, per la tenuta dell'ordinamento democratico. 


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