Ma, come dicevo, mi farò perdonare (o forse insultare, o magari ignorare, chissà) con questo post.Un post in cui vorrei parlare di scienza e "scienziati" (volutamente tra virgolette, per distinguerli da quelli veri), di ignoranza e dolo, di politica e "politicanti", e di come a Madre Natura non gliene importi una sega di certe chiacchiere. E, naturalmente, di ciò che è successo lo scorso 22 Ottobre. Che è poi stato indebitamente paragonato a ciò che successe nel 1633 a un certo Galileo Galilei. E invece di collegamenti plausibili si trovano solo quelli con la notte del 6 Aprile del 2009, la notte di quelle telefonate indecenti e di quelle risate che spero un giorno gli si strozzino in gola per sempre.Ma le persone non sono le stesse, eh. E' lo stile, il problema.
Dicevamo dello scorso 22 Ottobre. Era un lunedì, ed è successo, ma questo forse già lo sapete, che i sismologi della Commissione Grandi Rischi sono stati condannati a sei anni di reclusione. Condannati per aver fatto "una valutazione del rischio sismico approssimativa", ed evidentemente neanche del tutto esatta, visto che poi la scossa forte c'è stata, eccome. Roba grossa. Una sentenza importante, molto discussa, e spesso disapprovata. Ci ha fatto un bellissimo post Davide Mana, qualche giorno fa.Addirittura il signor Clini, ministro dell'Ambiente, ha ritenuto opportuno paragonare la condanna a quella inferta a Galileo.
Poi, il 25 Ottobre, sono venute fuori delle intercettazioni telefoniche in merito all'argomento. Chi sono gli intercettati? Naturalmente l'onnipresente Guido Bertolaso, allora capo della Protezione Civile, e il signor Enzo Boschi, sismologo della Commissione Grandi Rischi.
Questo l'audio (tagliato in alcuni punti, ma abbastanza chiaro, no?) della telefonata. Chiara e concisa. "La verità non si può dire", dice Bertolaso, e Boschi si accoda, servile e riverente "Il nostro atteggiamento è assolutamente cooperativo".
Galileo Galilei una sega.
La verità è che questo fantomatico processo alla scienza, capro espiatorio e povera vittima dei media bastardi e cattivi, non è mai esistito. Qui il processo è stato fatto, e per fortuna è stato fatto bene, a degli uomini che hanno scelto di mentire pur di conservare il loro status. E, così facendo, hanno probabilmente causato la morte di decine di persone. Non è stata punita "la Scienza" perché non ha previsto il terremoto.
Tuttavia, essendo questi uomini, questi bugiardi, degli uomini di Scienza (o presunti tali), il fatto acquista una maggiore gravità. Certo, perché "da un grande potere derivano grandi responsabilità", noi nerd lo sappiamo bene, no?
La cultura è potere.
La "scienza" è potere.
In questo caso il potere non di "prevedere il futuro" e salvare vite umane di conseguenza, ma almeno il potere di sapere che, dopo uno sciame di piccole scosse, molto verosimilmente si sarebbe verificata una grossa scossa. Questo era il dovere di quegli uomini, dovere che non hanno rispettato, preferendo mantenere "un atteggiamento assolutamente cooperativo".
Il coraggio di mandare a cagare il sig. Bertolaso, di scegliere di dire la verità, assumendosene le conseguenze, questo è mancato a quegli "uomini di scienza". Perché certo, ci voleva coraggio. Perché magari sarebbe stata allertata la Protezione Civile, sarebbero stati spesi altri soldi pubblici, si sarebbe potuto diffondere il panico. E magari il terremoto avrebbe potuto non esserci.
Un po' come la "figura di merda" fatta dal sindaco Alemanno qualche giorno fa, con la storia del ciclone Cleopatra che avrebbe dovuto devastare Roma con pioggia, grandine, vento e via dicendo.
Per non rischiare una figura di merda, ma soprattutto per non rischiare di contraddire l'autorità, si è preferito tacere la verità agli Aquilani.
Allora, forse, questo processo non ha in comune, con quello a Galileo, l'ingiustizia e l'iniquità della fede cieca, ma piuttosto l'abiura dell'intellettuale che, per salvarsi la vita, rinuncia alle proprie idee.
Quelle di Galileo erano idee che avrebbero portato progresso e novità nel mondo.
Quelle dei sismologi della Commissione Grandi Rischi erano dati che forse avrebbero salvato la vita a qualcuno.
Che poi non ci si debba fermare qui, è un'altra storia. Che si debba ricacciare in gola quella risata a chi di dovere a forza di calci in culo, è un'altra storia. Che sia necessario capire perché la Casa dello Studente, edificio nuovo, sia finita in briciole per una scossa del genere, è un'altra storia.
O meglio, forse sono tutti capitoli diversi della stessa storia.
La stessa identica storia (tutta Italiana?) di chi dovrebbe fare il proprio dovere ma preferisce tapparsi occhi, orecchie e soprattutto bocca per convenienza.
Un intellettuale à la Machiavelli, che (come è scritto nel Principe) deve occuparsi solo di avere idee conformi a quelle del sovrano, e consigliarlo su come mantenere meglio il suo potere. E' una questione di stabilità, lo dice anche Davide in quel famoso post di cui sopra.
Perché alla fine si bastonano sempre gli "intellettuali"? Perché gli intellettuali sanno (o perlomeno potrebbero o dovrebbero sapere), e quindi sono doppiamente colpevoli, rispetto agli ignoranti (quando sanno e tacciono, ovviamente, o quando dovrebbero sapere, non sanno e parlano).
E quindi, forse (e qui sì che mi becco un vaffanculo), Bertolaso che è un medico è "meno colpevole" rispetto a chi dovrebbe saper fare il mestiere di valutazione dei rischi sismici.
Poi certo, c'è da valutare anche la colpa di chi ha messo un medico a capo della Protezione Civile, ad occuparsi di terremoti, disastri ambientali, emergenze rifiuti. Perchè, diciamocelo, un signore che è incaricato di occuparsi di evitare disastri ambientali causati dallo smaltimento dei rifiuti e propone di costruire una discarica attaccata ad un'area protetta del WWF, si capisce subito che di queste cose non ne capisce un cazzo. Ma magari sono io che esagero.
Alla fine il problema sembra essere sempre lo stesso: uno si trova inserito in un sistema, e quindi si adatta. Perché non ha scelta.
Ecco, è a questo punto che mi si rivolta lo stomaco, e capisco che proprio no, non ci riesco a mandarla giù 'sta cosa, mi sembra una cazzata.
Io penso che, anche nelle situazioni "peggiori", ci sia sempre una scelta. Il mondo è fatto così, l'Uomo è fatto così: niente "vicoli ciechi", sempre una scelta. Fosse pure una scelta di dolore, di sofferenza, di stenti. Magari pure di morte. Ma la scelta c'è. Bisogna avere il coraggio di farla.
Però qui mi fermo, se no qualcuno mi accuserà di essere integralista, qualcun altro si vivere fuori dal mondo, altri ancora di essere troppo choosy. E di questo vorrei parlare un'altra volta...