Ed Harris affronta la vita del grande pittore statunitense concentrandosi sugli anni della maturità artistica fino alla morte avvenuta nel 1956 in un incidente d'auto. I dieci anni in cui Pollock inventò la tecnica del dripping e s'impose all'attenzione internazionale come nuovo artista di riferimento dell'arte contemporanea.
Pollock non è un classico biopic, è prima di tutto un film su un uomo piegato dalla sua stessa genialità, perennemente in lotta contro il mondo che lo circonda e lo osanna. Un uomo che riesce a trovare il suo equilibrio interiore solamente nel momento dell'espressione artistica. Quando l'azione, il corpo in movimento, i gesti e la mente si mischiano ad un disegno comune nasce il Dripping e con se la futura Action Painting. In quei momenti Pollock vive, e crea qualcosa di totalmente nuovo di una potenza deflagrante. Nel resto della sua vita invece, tutto va a rotoli. Un uomo astratto come la sua arte che non riesce ad entrare in sintonia con il mondo circostante, vittima di forti crisi depressive e il vizio dell'alcool ad aggravare il tutto. Intorno gli amici famosi come De Kooning o la grande mecenate Peggy Guggenheim, il tormentato rapporto con la madre e la difficile vita privata. Ed Harris prende tutto questo e s'immerge totalmente in un'interpretazione magistrale per portare alla luce la personalità di Jackson Pollock, tratteggiando con straordinaria bravura il genio insito in lui e le derive psicologiche che lo hanno portato alla prematura scomprasa.
-----PS: mini-rece scritta controvoglia per un piccolo articolo su cinema e arte.