ASSOCIAZIONE CULTURALE “CESARE VIVIANI”
c/o Circolo del Bridge ~ Casermetta Santa Maria ~ Mura Urbane ~ 55100 Lucca
Mercoledì 5 giugno 2013, alle ore 17.00, presso la Casermetta di Porta Santa Maria delle Mura Urbane di Lucca, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” organizza un pomeriggio tutto dedicato a Cesare Viviani, il poeta, drammaturgo lucchese scomparso venti anni fa. Saranno lette poesie, brani e verrà ricordata la figura di un autore, di un testimone importante della lingua della nostra città. Tra gli ospiti narranti, Laura Bandoni, Anna Fanucchi, Domenico Bertuccelli, in arte “Gavorchio”, Remo Santini, Bartolomeo Di Monaco.
Con questo pomeriggio, l’Associazione Culturale “Cesare Viviani” intende iniziare un percorso di ulteriore valorizzazione dell’opera dello scrittore, poeta e drammaturgo lucchese di cui porta il nome, puntando su ciò che già è pubblicato, come i titoli editi dalla Maria Pacini Fazzi Editore (Robba della mi’ tera; Paesi della mi’ tera – Poesie vernacole; L’inferno robba dell’artro mondo -
34 canti in vernacolo lucchese da un’idea di Dante Alighieri) e su altre opere ancora da riscoprire, rileggere e eventualmente editare, tra le quali vi sono composizioni in lingua italiana.
Tutta la cittadinanza è invitata.
Pomeriggio a cura di Marco Vignolo Gargini.
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Cesare Viviani nasce a Lucca, a Monte San Quirico, il 4 febbraio 1937, e muore all’OspedaIe di Fucecchio (FI) il 2 febbraio 1993.
Fin da ragazzo si esibisce come attore, presentatore e imitatore in spettacoli dati presso il teatro parrocchiale di Monte San Quirico e in altre sedi cittadine; da ricordare, poi, le serate al “Gran Caffè Margherita” di Viareggio con l’orchestra diretta dal Maestro Cesare Cesarini (1956). A quindici anni compone la sua prima poesia in dialetto lucchese: La buccina di limone ner ponce. Questa composizione, rimasta nel cassetto per oltre venti anni, nel 1976 viene presentata al Concorso regionale di Poesia Dialettale “Gino Custer De Nobili” di Coreglia Antelminelli e vince il primo premio. Nell’anno successivo Cesare pubblica la prima raccolta di poesie dialettale, Robba della mi ‘ tera, e vince il primo premio nella sezione dialettale al Concorso di poesia “Virginio Bianchi” di Massarosa. Nel 1978, con la lirica Carma ragassi, è primo anche nel Concorso nazionale di Poesia “ANSEAN” di Napoli.
Nel 1977 scrive L’inferno, ovvero Robba deII’artro mondo che pubblica nel 1980. Si tratta dei trentaquattro canti della Cantica dell’Inferno della Divina Commedia di Dante rivisti in dialetto lucchese secondo temi di attualità. Nello stesso anno la Commissione della Presidenza del Consiglio dei Ministri assegna a Cesare Viviani il Premio Cultura 1980, e nel 1983 Viviani viene insignito del titolo di “accademico” presso l’Accademia Toscana “Il Machiavello”. Nello stesso anno ottiene dalla SIAE la qualifica di “autore della parte letteraria” nella sezione “Musica”, e la sua canzone Mamma vorrei, musicata dal Maestro Luciano Damarati, riceve il premio per il miglior testo alla “Festa della Mamma” di Ponte a Moriano nel 1984.
Il 10 aprile 1984 nasce, per volontà di Viviani, la Compagnia Teatrale Lucchese “La Vemacola”. Dopo un primo periodo di studio e di ricerca sul territorio e su testi letterari Viviani mette in scena il suo primo copione, Ir troppo stoppia, una commedia in tre atti composta nella parlata della piana lucchese; per Lucca si tratta dell’inizio di una nuova epoca di teatro dialettale.
La seconda commedia di Viviani, Piassa Pulita, debutta il 25 aprile 1987. Nel 1989 Viviani presenta Robba da matti ovvero c’è un cadavere in Chiasso Bariletti dove, in dialetto lucchese, si cimenta nel genere giallo-poliziesco-tragicomico. Questo lavoro ottiene un riconoscimento a Rocco (Ge) in occasione degli “Incontri con il teatro dialettale italiano”.
Il 3 e 4 marzo 1990 va in scena Costumi e costumanze di famiglie scostumate, commedia ambientata nel mondo aristocratico lucchese del Settecento. Contemporaneamente Viviani scrive Amore non mandami a quer paese.
Dal gennaio 1989 Viviani collabora con il quotidiano “La Nazione” curando le rubriche settimanali: “Lingua e tradizione” e “Cara Nassione”. Nel giugno dello stesso anno “La Vernaccia” registra, presso la RAI di Firenze, quattro scenette scritte da Vìviani in dialetto lucchese, trasmesse dalla radio nel febbraio-marzo 1990; in luglio Viviani ricorda i venti anni dalla morte di Gino Custer De Nobili scrivendo la biografia del suo maestro; Omaggio a Geppe viene rappresentato con grande successo alla rassegna “Suonoimmagine” organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lucca nel Parco di Villa Bottini.
Il 6 agosto successivo Viviani vince il Concorso di Poesia estemporanea “Il Boccabugia” di Vergemoli.
La Storia de “La Vernacola ” viene rappresentata il 28 aprile 1990 per inaugurare il Teatro del Piaggione.
Sempre nel 1990 Viviani conclude la Stesura, in rima dialettale lucchese di due atti unici ambientati al tempo degli antichi romani: Anco a Lucca que’ romani ammassavano i cristiani e Messalina la Romana stava in via della Dogana. ll 18 gennaio 1991 Viviani inizia a scrivere la sua ultima commedia, A mme mi ci vole la vacca, la continuazione de Ir troppo stroppia, rappresentata al Teatro del Giglio dopo la morte del!’autore.
Ultima fatica del nostro poeta è La Befana a Lucca drento, musicata dal Maestro Angelo Bizzarro ed eseguita il 5 gennaio 1992 nelle strade del centro storico dal gruppo vocale “Il Baluardo”.
Nel gennaio 1994 viene pubblicata, postuma, la raccolta di poesie Paesi della mi’ tera.