Pomodori verdi fritti... anche in cucina!

Creato il 21 luglio 2013 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Quando, anni fa, ricevetti in regalo il dvd di Pomodori verdi fritti alla fermata del treno (Fried green tomatoes) non avevo mai sentito parlare del film. Solo dopo averlo visto, ho scoperto che alla base del prodotto cinematografico c'è un romanzo di Fannie Flagg, Pomodori verdi fritti al café di Whistle Stop, che, però, a causa della mia scarsa attitudine ad avvicinare un libro posteriormente al film che ne è stato tratto, non ho ancora letto. Non posso quindi fare un confronto con il testo, ma il film, diretto da Jon Avnet (1991) è emozionante, pittoresco, profondo, ironico e molto coinvolgente.

Pomodori verdi fritti racconta due diverse storie, collegate secondo il tradizionale accorgimento della cornice narrativa. La cornice si apre con il grigio viaggio di Evelyn (Katht Bates) e del marito Eddy alla casa di riposo dove è ricoverata la zia di questi, che non la può soffrire; scacciata in malo modo dalla vecchia, Evelyn incontra per le stanze dell'ospizio un'altra donna, Ninny (Jessica Tandy), che raccoglie le confidenze sulla sua triste vita, fatta di frustrazioni che la portano ad ingozzarsi di cioccolato, di totale disinteresse da parte del marito e dell'incapacità di prendere decisioni volitive, forti e coraggiose. Per consolare Evelyn, che diventa presto sua grande amica, Ninny le racconta la storia di due donne coraggiose, determinate e decisamente anticonformiste, Idgie (Mary Stuart Masterson) e Ruth (Mary Louise Parker), grandi amiche unite dalla morte del fratello di Idgie, di cui Ruth era innamorata. Idgie è la grande protagonista della coppia, con il suo carattere mascolino, incontrollabile, profondamente ateo e irrispettoso di qualsiasi convenzione, ma, proprio per questo istinto di ribellione, anche grande amica dei neri che assume nel suo café e che difende da ogni forma di discriminazione. Accorgendosi che Ruth è maltrattata dal marito, Idgie assale l'uomo, lo minaccia di morte e porta Ruth, incinta, con sé a Whistle Stop, dove lavorano in un locale la cui specialità sono i pomodori verdi fritti.

La serenità e la gioia delle due amiche (al cui rapporto amoroso il film allude molto velatamente) è turbato dall'improvviso ritorno di Ed, marito di Ruth, che vuole portare via il bambino mentre questi è in compagnia di Sipsey, la cameriera di colore del café. Il ritrovamento del furgoncino di Ed in fondo ad un torrente e la scomparsa dell'uomo fanno ricadere su Big George (Stan Shaw), l'addetto al barbecue, un'accusa di omicidio; Idgie, citata in giudizio a sua volta per aver in passato minacciato di morte Ed, nonostante la possibilità di sottrarsi al processo, lo affronta per salvare Big George da una quasi certa condanna a morte che la corte bianca non esiterebbe ad infliggergli. Attraverso la storia di Idgie, di cui riprende il grido di battaglia 'Towanda!', Evelyn trova il coraggio di prendere in mano la propria vita, di farsi protagonista di decisioni forti e di sfogare la rabbia e l'istinto di ribellione repressi. Non vi racconterò l'esito del processo, ma posso anticiparvi, senza il pericolo di rovinare la visione del film, che il finale del acconto di Ninny vi lascerà a bocca aperta. Tutto il film, del resto, è un trionfo di sentimenti, di risate e di lacrime, che vaga fra la concretezza e la crudezza dei problemi reali (quello della violenza e del razzismo) e le impalpabili atmosfere delle improbabili leggende che Idgie riprende dalla fantasia del fratello. A tutto questo si mescolano i colori di un paesino degli anni '30 del sud degli USA, le variopinte vetrine dei locali, le armonie del tema musicale (firmato da Thomas Newman), i profumi del barbecue e dei pomodori fritti, che non si può non aver voglia di assaggiare!

Nella tentazione di cimentarmi con la ricetta sono caduta anch'io! Ho aspettato tanto tempo perché volevo gli originali pomodori verdi, ma non riuscivo mai a trovarli nei negozi di ortofrutta; alla fine, vinta dalla golosità, ho ripiegato sui pomodori rossi non ancora maturi: il risultato mi ha soddisfatta comunque! Ecco come li ho preparati:
  • Ho tagliato i pomodori in fettine di circa 8-10 mm, li ho salati e lasciati riposare per una mezz'ora in modo che perdessero l'acqua in eccesso; 
  • Nel frattempo ho preparato la panatura con farina 00 e farina di mais (ne ho usata una varietà macinata grossa, ma la sottile è migliore), sale, pepe e un cucchiaio di zucchero, che serve a levare l'acidità caratteristica di questo ortaggio. 
  • Portato ad ebollizione l'olio (ma la ricetta originale prevede il burro, che ho ritenuto troppo pesante), ho fritto le fettine di pomodoro poco oltre la doratura;
  • Ho lasciato asorbire l'olio su carta assorbente, ho salato (a caldo) e servito con prosciutto crudo e melone, perché amo molto la verdura fritta con i salumi.

Come immaginavo, a parlare di questa ricetta, mi è venuta l'acquolina in bocca e una voglia irrefrenabile di cucinare di nuovo i pomodori verdi fritti!
Buona visione e buon appetito!
C.M.

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