Le basi.
La sala professori di ogni scuola si rassomiglia: fredda gelata in inverno, torrida in estate. Sedie scomode, alti scaffali dagli sportelli chiusi a chiave, tavoli ingombri di protocolli scritti e corretti, antiche circolari urgentissime, pubblicità di vacanze impossibili e di corsi d’aggiornamento improbabili, bicchierini di carta usati, penne scariche e pinzatrici smarrite.
In sala professori si accolgono a colloquio i genitori degli alunni: di solito, al primo incontro, comprendi perché il tuo allievo è quello che è. Hai conosciuto la madre. Più raramente il padre. C’è quello me lo bocci, prof, che tanto è un lavativo, così quest’estate gliele do io le vacanze!In bottega da me,lo metto, altro chè! E quello ma scusi professoressa, non può interrogarlo ancora una volta, un compito di recupero, un aiutino, sa dovremmo partire per le Maldive (o, a scelta, altri luoghi più o meno esotici-modaioli) eh, eccosì ci rovina l’estate!! Quello seccatissimo che sta perdendo dieci minuti del suo prezioso tempo, e neppure ti ascolta, e quello che ti spara dei monologhi infiniti e finge di non sentire neppure la campana di fine colloqio, quella che per tutto il tempo ti controlla: capelli, unghie, abito, scarpe e valuta il tuo allure, e quella (giuro!) che si dice fiera che la figlia faccia la cubista e che ma per piacere la colpa se lei a scuola è un disastro è tua che ti ostini ad interrogarla di lunedi, che lei c’ha avuto l’afterauar!
Ed anche noi, prof arrivati a fine anno stremati e sfiduciati, senza aver terminato quel programma brillante e profondo che avevamo ideato, con i voti sul registro ancora da sistemare, con la pila di compiti da correggere prima dello scrutinio alta poco meno di quella dei panni da stirare e di quella degli abiti invernali ancora da riporre, con l’angoscia degli esami di maturità che si rinnova, ogni anno (i figli piccoli da piazzare tra nonni e babysitter, le infinite carte da verbalizzare, le ore pomeridiane trascorse nelle aule torride e vuote a correggere componimenti e verificare test assurdi) noi professori ce ne usciamo in frasi eterne, ripetute da generazioni di altri insegnanti prima di noi: Signora, suo figlio/figlia, è molto intelligente, creda, ma non si applica (!). E’ vero, ha lavorato molto, negli ultimi cinque giorni di scuola, ma per il resto dell’anno non ha partecipato al dialogo scolastico( !!) Si, lo so che studia, ma non ha le basi…
Ecco appunto le basi. Dove sono, in questo blog? L’ho sfogliato tutto e le ho trovate qua e là, confuse, poco organizzate. Sarà che da tre anni non insegno più, ho forse dimenticato come si fa una programmazione… Corro ai ripari. Le basi saranno da oggi una categoria dell’indice. Ci saranno le salse, le paste per torte, le creme, i sughi, i brodi, i fondi… tutto quello che si dà per scontato, ma scontato proprio non è!
Oggi cominciamo con questi pomodorini, che si preparano in un lampo, che potete servire con l’aperitivo o utilizzare in moltissime ricette (paste, torte salate, ecc) e che potete trovare, con pochissime varianti personali, davvero in ogni blog , ma del resto, tutti abbiam studiato i sette re di Roma e la tabellina del nove, no? Son le basi!
Mi son salvata, o mi date il debito?
Pomodorini confit.
500 g di pomodorini (piccadilly o altri)
uno/due cucchiaini di zucchero
olio evo, circa due cucchiai
sale
a piacere: aglio- timo- maggiorana- origano, ecc
Lavare ed asciugare bene i pomodorini. Tagliarli a metà. Disporli in una teglia, uno accanto all’altro , con la parte tagliata verso l’alto. Salarli leggermente e cospargerli con poco zucchero (toglie l’acidità dei pomodori, io lo uso sempre, anche nella passata fresca). Unire, a piacere, aglio a fettine o un battuto di aglio ed erbe profumate ( origano, timo, maggiorana, ecc). Irrorare con olio evo
Infornare a 130°-140° per un’ora.