Nuovo smottamento a Pompei, proprio nella giornata in cui i carabinieri stroncano un traffico di reperti provenienti da varie aree archeologiche, tra le quali proprio Pompei. Ancora difficoltà per il sito più celebre del mondo, che si trova a fronteggiare disagi di varia natura. Lo smottamento di stamattina riguarda una parte del terreno del giardino della Casa di Severus (VIII 2, 30) lungo il costone roccioso meridionale.
Reperti recuperati dai Carabinieri (ansa.it)
Un nuovo smottamento a Pompei. Il cedimento del terreno, informa una nota della Soprintendenza, ha interessato anche una piccola parte del muro di contenimento del giardino, sovrapposto al banco lavico del costone. L’area interessata dallo smottamento, causato dalle forti piogge dei giorni scorsi che hanno impregnato il terreno, è già parte del programma di messa in sicurezza della Regio VIII previsto dal Grande Progetto Pompei. Tutti i fronti di scavo dell’area archeologica sono, inoltre, oggetto di particolare attenzione da parte della Soprintendenza che sta avviando una convenzione con i vigili del fuoco proprio per intervenire su aree impervie e a rischio come questa. Sul luogo, già non accessibile al pubblico, sono immediatamente intervenuti i funzionari tecnici per le verifiche e la programmazione dei primi interventi di ripristino necessari.
Intanto è stato stroncato un traffico illecito di reperti archeologici e artistici diffuso su tutto il territorio nazionale. Alcune delle opere, come detto, provenivano dagli scavi di Pompei. L’operazione è condotta dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, con la collaborazione dei reparti territoriali e mobili che stanno eseguendo 147 perquisizioni e sequestri in tutta Italia. L’inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia napoletana. L’attività di 450 uomini dell’Arma si è svolta in molte regioni d’Italia, con il sequestro di circa mille tra reperti e monete antiche, provenienti da scavi clandestini in diverse aree archeologiche del paese, prevalentemente da Campania, Puglia e Sicilia. Materiale che dovrà essere tutto catalogato e vagliato dagli esperti delle Soprintendenze per stabilirne provenienza e datazione.
L’operazione, senza precedenti, è tutt’ora in corso e sono stati eseguiti sinora 142 decreti di perquisizione. Recuperati oggi e nel corso delle indagini oltre mille reperti. I siti più saccheggiati dai “tombaroli” erano quelli archeologici campani (Paestum e Pompei, tra gli altri), pugliesi e siciliani, ma marginalmente anche quelli dell’area di Cerveteri. L’inchiesta della procura partenopea, delegata al nucleo specializzato dell’Arma, ha portato alla luce una organizzazione dedita all’attività di recupero clandestino e vendita illegale di reperti. Una banda che copriva tutta la “filiera” del mercato illegale dei beni culturali, con contatti anche all’estero, e che operava in tutta Italia. Oltre ai reperti, i carabinieri del Nucleo avrebbero acquisito anche documenti e materiale utile ai fini dell’indagine in corso. Tra gli indagati, non solo personaggi che hanno già precedenti specifici, ma anche insospettabili incensurati. (AGI)