A mezzogiorno lo sguardo scorre sull’Oglio. Sull’acqua che non giudica i disastri e non s’avvale di facoltà discriminanti. Che accoglie e sospinge. Che immerge e rigetta. Senza gioia e senz’offesa. Perennemente mobile.
Attendo ai miei compiti. Vivo. Ma non riesco a non far mio il pensiero di questi giorni sventurati dove a un’umanità che fugge fa eco una che insegue. Dove immaginare ponti è opera di fantasia astratta. Con un mondo talmente piccino che anche una foglia che cade trova lacrime dove fermarsi.