Ponti

Creato il 04 marzo 2012 da Povna @povna

A scuola della ‘povna, per carnevale, è stato fatto per la prima volta il cosiddetto (e molto mal definito) ‘ponte’.
All’inizio dell’anno scolastico, preso atto che il numero minimo di giorni di attività didattica sarebbe stato rispettato con scioltezza, Barbie aveva infatti disposto che – qualora non ci fossero state occupazioni e autogestioni a cazzo (nel qual caso, sarebbero stati sospesi tutti i giorni in più di vacanza) – sarebbero stati concessi a studenti e insegnanti il lunedì e il martedì di carnevale. E poiché dunque nessuno si è sognato di okkupare proprio niente (c’è Nana a rappresentare gli studenti; e del resto la ‘povna lo scrisse anche su tutti i giornali del regno pure l’anno scorso, che da loro le proteste sono sempre state fatte solo quando c’è da protestare), la promessa è stata mantenuta, per la gioia di tutti (in specie degli insegnanti), e qualche perplessità degli alunni, che avrebbero preferito dormire dopo il veglione del martedì notte, quando, forti delle loro brave maschere, se ne vanno tutti a ballare.
“Se posso permettermi, preside Barbie” – aveva esordito Nana al consiglio di Istituto un lunedì pomeriggio – “sarebbe stato meglio avere il martedì e il mercoledì di ferie”.
Ma Barbie l’aveva liquidata con una rapida ammissione di impotenza: “Vedi Nana, se avessi messo martedì e mercoledì di vacanza avrebbero tutti, lunedì, fatto ponte…”
“… non dico gli studenti, ma proprio gli insegnanti” – aveva aggiunto con doverosa schiettezza di fronte alla faccia scettica di Nana.
“Sarà…” – aveva detto quella.
“Bah” – le avevano fatto eco in tanti.
“Quello che dice Barbie è giusto, e lo capisco” – aveva glossato Corto, meditabondo, in una conversazione telematica (prima di andare a una festa travestito da Blues Brother) – “però in realtà bastava limitare a un solo giorno il “ponte” [da notare le virgolette], con un mercoledì di vacanza schietto e duro”.
“Non è mal pensata” – aveva ribattuto la ‘povna, prima di chiudere il collegamento; e di tornare, tutti e due, ai propri doveri.
L’altra mattina la ‘povna si apprestava a entrare a scuola (come tutti i mercoledì) con calma. Grande è stata la sua sorpresa, dunque, quando, varcato il portone, è incappata in una vera e propria coda.
Davanti alla guardiola, un esausto professor Esagono (facente funzione di vicepreside) distribuiva permessi di entrata in ritardissimo a un compatto gruppetto di ragazzi, tutti evidentemente della stessa classe.
“Ma mi spiegate una cosa?” – domandava perplesso – “alla prima ora non avevate niente; alla seconda supplenza: ma perché [cavolo - lui non lo dice, ma tutti lo pensano] siete venuti a scuola?”.
“Buon giorno a tutti!” – si annuncia a voce allegra la ‘povna, salutando con un sorriso largo da un lato Esagono e dall’altro (e soprattutto) il circolo intero dei suoi bravi Merry Men.
“Prof. Esagono” – la voce di Cirillo Skizzo – “io non ho detto niente; ma ecco il motivo per cui siamo tutti a scuola”.
“Già” – rincara la ‘povna con gli occhi furbi – “pensa che c’è qualcuno che oggi ha messo loro compito di italiano”.
“E ovviamente sono venuti tutti” – la interrompe fintamente esasperato Esagono – “e ovviamente in ritardo e [questo in un a parte] sicuramente anche questo glielo hai detto tu”.
La ‘povna non sa fischiettare, ma fischietta. I Merry Men le strizzano l’occhio, complici (“Ciao, belli, ci vediamo dopo”).
“Detto tra noi, non si può dar loro torto” – continua sempre a bassa voce Esagono, prima di tornare dalla (altrettanto decimata) Onda – “è vero che con il lunedì di scuola libera avremmo suggerito il ponte, ma nulla ci vietava di fissare un solo giorno di pausa, oggi, per quando tornano da ballare”.
“Già, è quello che diceva anche ieri Corto Maltese, mentre discutevamo di organizzazione scolastica” – gli risponde tranquilla la ‘povna.
Ed Esagono prima fa per scuotere la testa, e poi si arrende (perché tanto lo sa come funziona, con la ‘povna).
“Ecco, appunto, sono anche io d’accordo” – boccheggia con aria ironica.
“Ottimo” – rincara lei (che si diverte) – “glielo farò sapere”.
E poi si avviano tutti e due verso le loro aule. Un altro giorno sta per cominciare.


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