Jacopo Carrucci, meglio noto come il Pontormo, 1494 – 1557, a soli 13 anni, si trovò a lavorare fianco a fianco con il Rosso Fiorentino nella bottega di Andrea del Sarto in Firenze. Che fosse un ragazzo prodigio fu subito chiaro a tutti. Ma per il Pontormo, le lodi di Raffaello e Michelangelo non lo quietarono. La consapevolezza del proprio valore lo portò verso sperimentazioni e innovazioni che furono mal comprese dai contemporanei. Dal canto suo, l’idea classicista che l’arte dovesse soltanto imitare la natura gli andava stretta. Così, nelle sue opere, prese ad eliminare ogni riferimento spaziale e a caricare i suoi personaggi di una gestualità enfatica. La sua ricerca si fece febbrile, abbondando in colori puri e in luci irreali, esagerando le espressioni dei volti. Così facendo spinse l’arte oltre l’immediatezza e svelò le anime e i pensieri.
Quello che succedeva intorno a lui lo interessava poco. Aprì una sua bottega che era insieme bottega, casa e rifugio. L’accesso allo studio era dato da una scala che con una carrucola si poteva sollevare per meglio stare solo con il proprio lavoro. Alla fine, innamorato solo del dipingere, capitò a lui quello che capitò ad altri grandi e dovettero arrivare l’impressionismo, l’espressionismo e il cubismo perché si cominciassero a rivalutate le sue opere. 500 anni. Una bazzeccola.
1537 – Alabardiere – Jacopo da Pkontormo – Paul Getty Museum di Malibu.
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Italian Art Design Network
Catalogue PDF > AL & JO 2014 Catalogo