Pordenonelegge colloqui sulla frontiera

Creato il 27 settembre 2012 da Stelladellest
Nell’edizione dei record rilevante la presenza di poeti e scrittori sloveni tratto dal Novi Matajur
Nell’edizione di Pordenonelegge.it che, in sede di bilancio, è stata presentata come quella dei record (circa 120 mila spettatori agli oltre 200 eventi che si sono susseguiti dal 19 al 23 settembre) è stata anche quella in cui sino ad ora la presenza della letteratura slovena è stata più rilevante. Una presenza dovuta anche alla collaborazione ormai collaudata tra Pordenonelegge e l’Associazione degli scrittori sloveni, che si è sviluppata quest’anno con l’adesione ad un progetto europeo (Crossroad of European Literature Project) che unisce il festival friulano a quello sloveno di Vilenica ed al Cùirt festival di Galway, in Irlanda. Primo passo concreto di questo progetto è la realizzazione di un laboratorio di traduzione poetica, coordinato da Michele Obit, a cui sono stati invitati tre poeti sloveni (Miljana Cunta, Dejan Koban e Tibor Hrs Pandur) e tre italiani (Piero Simon Ostan, Roberto Cescon e Giulia Rusconi). Un ‘assaggio’ del laboratorio si è avuto sabato mattina a Pordenone durante un seguito incontro nel quale si sono discussi ed analizzati alcuni testi dei sei autori e le difficoltà legate alla loro interpretazione. In prospettiva finale, i testi e le esperienze dei poeti saranno raccolti in una pubblicazione, probabilmente digitale.
Tra sabato e domenica si sono poi svolte due conversazioni, anche queste coordinate da Michele Obit, sul tema della letteratura di frontiera. Ne hanno parlato, con sfumature diverse, gli scrittori e poeti sloveni Marko Sosič, Miroslav Košuta, Dušan Šarotar ed Aleš Šteger ed i letterati irlandesi William Wall e John McCourt. Slovenia ed Irlanda (quest’ultima ha vissuto, come è noto, un lungo periodo di conflitto civile indipendentista) accomunate dalla poesia, dalla letteratura, ma anche dalle vicende drammatiche del Novecento che – è stato più volte ricordato – hanno fatto sì che non solo la letteratura, ma anche la lingua si sia trovata spesso attraversata da confini ideologici.
Nella serata di domenica, a conclusione di una presenza davvero significativa, c’è stata la presentazione del libro di Sosič ‘Tito, amor mijo’.
http://www.novimatajur.it/main.php?page_id=articolo&id=2050

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