Portapenne campagnolo per #natalealverde

Da Lidiazitara @LidiaZitara

Dopo le prese in giro che mi sono beccata con il portachiavi “Bomba di Urano”, mi sono detta che era inutile tentare di fare qualcosa che non mi riuscisse, solo per essere totalmente riciclosa e verde (nel senso di non spendere neanche un soldo).
Allora ho fatto l’unica cosa che davvero mi viene bene, un portapenne col découpage.

Ho usato un vecchio portapenne fatto a mano, con del comune multistrato sottile (per farlo basterà una tavola da venti centesimi, suppergiù, ma l’importante è tagliarlo correttamente nelle parti che lo compongono, e fare gli spigoli a 45°, come si vede nella foto qui in basso.


Io non so fare neanche questo genere di lavori molto facili (tenete conto che ci vuole un minimo di attrezzatura) e si deve avere mano ferma. Comunque un portapenne si può ricavare da un vecchio barattolo, magari ridipinto, o si può acquistare nei negozi specializzati.
Il multistrato a me piace molto lasciato così com’è, quindi non l’ho neanche colorato, lasciando che si vedessero inspessimenti del colore.

Ho usato una carta che ho comprato anni fa in uno dei più bei negozi di Roma, La Staria(chissà se qualcuno la ricorda o può dirmi che fine ha fatto?), su viale Regina Margherita. Purtroppo il negozio ha chiuso o si è spostato. Ci ho comprato alcune delle carte da regalo più belle e amate della mia vita, con cui ho fatto dei pezzi unici e irripetibili (allora non si usava fotografarli per poi farli vedere agli amici, perché FB sarebbe venuto un paio di decenni dopo).

La carta da regalo raffigurava una sorta di paesaggio inglese settecentesco, visto a volo d’uccello. Mi spiace non averla fotografata prima di iniziare il lavoro, non ci ho pensato e purtroppo ora mi è rimasto un rimasuglio che non credo basterà per coprire la base che temo rimarrà vuota. Ovviamente anche l’interno è rimasto al naturale, ma credo che questo sia un bene: non bisogna esagerare.
In effetti, se avete fretta, una carta così modulata può anche non essere ritagliata ma semplicemente incollata sull’oggetto. A me questo medoto non piace, però. Ho seguito con cura le chiome delle siepi e i bordi dei ruscelli, accostandoli in modo non proprio casuale, ma non certo prospetticamente corretto, e ripetendo alcuni elementi che mi piacevano, come il cottage e il mulino, le pecorelle, i covoni e gli alberi, che ho lasciato campeggiare sullo sfondo del legno, senza necessariamente arrivare al bordo del portapenne. Mi è parso desse più profondità.

Non ho avuto “esattamente” il tempo di finirlo, ma già così mi piace: da qualsiasi lato lo giri è sempre diverso, eppure simile al lato attiguo. Mi fa pensare ai romanzi di Jane Austen a Lontano dalla Pazza folla di Hardy, alla Contea di Tolkien, al ponte sul fiume Acqua, al Mulino di Ted Sabbioso, all’osteria “Il drago verde” di Lungacque e alla Grande Via Est.
Ma in paesaggi così si insinua sempre anche Lancelot “Capability” Brown con il suo piratare i giardini (?) Tudor, e dietro di lui Geordie impiccato con una corda d’oro, Ottilia di Le affinità elettive e la vasca da fiori della signora Blandings.

Questa è l’ultima settimana di #natalealverde e ringrazio tutti gli amici blogger che hanno partecipato, lasciando anche commenti sul mio blog.

Partecipano all’iniziativa #natalealverde i seguenti blog:

Aboutgarden
Art and craft
Cakegardenproject
Centopercentomamma
Comida De Mama
Con le ballerine verdi
Dana garden design
Giato Salò
Home Shabby Home
Hortusinconclusus
Piccolecose
4piedi&8.5pollici
Quattro toni di verde
SalviaeRosmarino
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Ultimissime dal forno
Un giardino in diretta
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Il Castello di Zucchero
La malle de maman
L’ortodiMichelle
Non solo stoffa
Orti in progress
Ortodeicolori
Passeggiandoingiardino
Piciecastagne


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