Porte d’Enfer, Guadeloupe

Creato il 27 maggio 2014 da Seasunstories @seasunstories

Osina é rimasta nella Laguna di Sant François e noi raggiungiamo in macchina il municipio di Anse Bertrand, nell’estremità nord di Grand Terre, l’ala occidentale di Guadalupa. Arriviamo senza difficoltà alla Laguna de la Porte d’Enfer (Porta dell’inferno), una lingua di mare calmo immerso nel verde e bordato al fondo da alte scogliere. Il mare rimane basso per metri, calmo, limpido, niente lascia presagire la forza delle correnti e delle onde che si infrangono pochi metri più avanti, quando la laguna s’incontra con l’Oceano Atlantico. Ci incamminiamo lungo un sentiero sul lato destro della spiaggia, attraversando alcune zone pic-nic protette dall’ombra degli alberi animate da famiglie che mi sembrano perlopiù locali, é domenica, é pieno di bambini in giro. Ci addentriamo in una vegetazione che mi ricorda la macchia mediterranea e poco a poco l’eco dell’Oceano copre le voci dei bambini ormai lontani alle nostre spalle. Quando arriviamo alla fine del sentiero, al bordo della scogliera, il panorama che si apre davanti sa di quell’immenso che solo l’Oceano sa trasmettere. Sulla sinistra, la scogliera arriva fino a un punto chiamato La Grand Vigie. Discendiamo qualche metro il sentiero ripido che porta al mare per ammirare le cavità sotterranee scavate dall’oceano sotto la scogliera. Cerchiamo un buco in particolare, il Trou de Madame Coco, il Foro di Madame Coco. La leggenda racconta che la strega Madame Coco fece un patto con il diavolo per sconfiggere la sua rivale Madame Grand-Fonds. La strega non rispettò il patto e il diavolo la imprigionò in questa cavità sotterranea che prende il suo nome. Fa caldo sotto al sole di mezzogiorno eppure quasi non lo notiamo tale é la forza del vento che porta fino a noi l’alito fresco e umido dell’Atlantico. Osservo il blu profondo e la schiuma bianca che si forma intorno alle rocce appuntite che bucano come frecce la superficie marina, non ci sono barche all’orizzonte, come cambia la prospettiva quando il mare lo si osserva da fuori, dall’alto di una scogliera, penso che a volte é più bello così, sedersi su uno scoglio che non si muove e ammirare l’immensità dell’acqua in movimento.


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