Portici e la tradizione della festa di San Ciro

Creato il 31 gennaio 2015 da Vesuviolive

Allorché intanto visitava gli infermi (…) prendeva dai nostri fonti mille sentimenti dei Profeti, e dei Padri, i quali univa, e tosto con una maniera tutta divina chiamando gli ammalati dolcemente al dovere, non solo ai loro corpi, ma alle loro anime ancora apprestasse l’analoga medicina: questo è ciò che scrive Sofronio su San Ciro d’Alessandria (250 d.C. circa – ndr), martire d’Egitto, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ancora oggi festeggiato sopratutto nella cittadina di Portici.

San Ciro è il patrono di Portici e come medico, con il suo impegno così umano, con la sua devozione alla professione e con il suo fervore nella fede, alleviò le sofferenze, le pene e i dolori degli ammalati, rinfrancandoli anche nello spirito; infatti questo santo egiziano, oltre a somministrare cure gratuite ai poveri e agli indigenti, incitava i malati a trovare pace nella fede e nella preghiera, confortando quindi anche le loro anime. Per questo motivo molti suoi pazienti pagani si convertirono al Cristianesimo. Durante l’impero di Diocleziano (299 d.C. – ndr) però molti dottori alessandrini vennero accusati di magia e di stregoneria, in quanto si vociferava che costoro cospirassero contro l’imperatore: anche San Ciro divenne bersaglio di violente sommosse popolari.

Costretto ad allontanarsi dalla sua patria, San Ciro per non rischiare l’arresto si rifugiò in Arabia ai confini egiziani: a questo punto nella vita del santo comincia un lungo e travagliato periodo di eremitaggio e isolamento nel deserto, durante il quale il santo patrono di Portici si dedica alla preghiera, alla privazione e alla rinuncia. A Canopo (antica città egiziana costiera posta nel delta del Nilo – ndr) San Ciro fu riconosciuto e arrestato: successivamente venne torturato e condannato a morte. Nell’anno 303 del 31 gennaio venne decapitato.

Ancora oggi gli abitanti di Portici sentono molto questo giorno e lo festeggiano con una grande festa: nella prima occasione la bella statua di San Ciro viene sistemata nel Santuario sul lato destro dell’altare di modo che tutti i fedeli possano ammirarla e portare dei fiori; in questo giorno infatti tantissimi devoti si avvicendano all’interno della Chiesa per fare preghiere o intonare canti. La piazza è tutta illuminata a festa e bancarelle di ogni tipo si snodano per le stradine adiacenti, così come vuole l’antica tradizione. Addirittura in passato, al centro di Piazza San Ciro, si appiccava un grande falò, un po’ come per altre festività paesane; questa usanza però a Portici, per motivi di ordine pubblico è stata abolita.

La seconda festa legata a San Ciro cade invece in primavera e viene festeggiata a Portici nella prima domenica di maggio; una solenne processione con la statua del santo dà il via alla ricorrenza e la tradizione vuole che ogni partecipante indossi una sciarpa o un indumento dello stesso colore della tunica di San Ciro: amaranto. Preceduta dal rintocco a festa delle campane della chiesa, la statua di San Ciro viene quindi posta sulla porta centrale del santuario, dove l’ordine dei portantini l’avrà ben sistemata ai piedi della scalinata, in attesa della liturgia. Tutte le Arciconfraternite religiose di Portici partecipano alla manifestazione sventolando i loro stendardi di seta colorata o di damasco, aste sormontate da pennacchi e piume bianche svettano nel cielo e gli abitanti dai balconi delle loro case stendono coperte ricamate (di modo che il santo passando, possa benedire l’unione del matrimonio e dei loro letti – ndr) e lanciano coriandoli; non mancano le Autorità competenti e il Sindaco che con la loro presenza conferiscono ufficialità alla giornata. La festa di San Ciro è una ricorrenza puntuale e le scene sono le medesime da anni: i sentimenti religiosi si mescolano a momenti di fanatismo popolare che evidenziano le genuine radici mediterranee e le credenze antiche legate all’ingenuità dei ricordi, alla devozione verso questo Santo “medico” e alla fede.


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