di Emanuele Fancellu
Affreschi tanto belli e delicati da levare il fiato, un mosaico straordinario, ambienti di una struttura probabilmente residenziale. Il sottosuolo di Porto Torres regala sorprese a getto continuo e stavolta a rivelare tanta bellezza è la zona delle Terme Maetzke al confine con l'area privata di via delle Terme da cui negli anni scorsi emersero statue, mosaici, colonne, capitelli e i resti di un edificio monumentale pubblico.
I lavori, portati avanti dagli operai specializzati dell'azienda Luciano Sini Costruzioni guidati sul campo dall'archeologo dell'università di Napoli “Federico II” Vincenzo Di Giovanni, sotto la direzione scientifica di Gabriella Gasperetti, nati per soddisfare l'esigenza di sistemare l'area delle Terme Maetzke con approfondimenti in zone non indagate precedentemente, dopo un periodo iniziale nel quale si è dovuta asportare una gran quantità di terra, hanno cominciato a regalare primizie.
Ecco il video:
Da principio sono emerse le fasi tardo antiche della città che ricordano ancora l'assetto urbanistico dei primi secoli dell'impero perché i muri rispettano in gran parte l'andamento anche delle strutture più antiche, quindi altre porzioni che s'insinuano sotto la collina, per cui sarà necessario proseguire i lavori con ulteriori risorse. Nella zona orientale del settore d'intervento si è verificata la presenza di una struttura d'epoca più antica, a conferma di una serie di dati recuperata nell'area privata immediatamente adiacente.
«La conferma è stata eclatante perché sono emersi i muri delle strutture, forse abitative, ancora da interpretare, che spiccano verso il confine con l'area privata – dice Gabriella Gasperetti –. Esse hanno un assetto prospettico verso il porto e il mare perché s'appoggiano sul banco di roccia e scendono a terrazza verso la parte bassa della città. Poi, su una prima impostazione con strutture alte oltre quattro metri che però per la spinta della collina sono state rinforzate con dei grandi conci di calcare squadrati, del tutto analoghi a quelli emersi negli anni scorsi, la sorpresa più grande è stato il ritrovamento, conservati per oltre due metri d'altezza, degli affreschi in uno di questi ambienti con decorazioni geometriche, nel quale è stato scoperto un bellissimo mosaico».
Sulle pitture è più esplicito Vincenzo Di Giovanni: «Ripropongono motivi geometrici con imitazione del marmo, con uno spiccato senso di policromia. Le parti decorative hanno sfondi rosso cinabro e bianco, con fasce e rombi a tutta parete che imitano le venature del marmo. È piuttosto raro come tipo di decorazione e ha confronti con altri motivi di età medioimperiale. È impostata su muri che ne coprono altri d'età precedente con decorazione a fasce di colore grigio scuro e rosso».
Il mosaico ha invece motivo geometrico con schema a tessitura trasversale con disegni alternati a fasce con decorazioni schematizzate di rosette, croci, quadrifogli con petali lavorati a cuoricini e notevole policromia. «Potrebbe non essere molto tardo – dice Gabriella Gasperetti – forse metà del II secolo».
In questo primo ambiente emerge una fase di riutilizzo con una sorta di altarino costruito in un angolo con mattoni e tegole, e una lastra di marmo a colmare una lacuna nel pavimento «che sembra intenzionale e bisogna capire il perché» afferma l'archeologa. Accanto, sotto il muro di confine, sta venendo fuori quello che sembra un porticato prospettico alla parte bassa della città col resto di una colonna in calcare, una soglia in marmo che sta affiorando, forse un parapetto, e un grande crollo di una parte della volta. «Il dato è fondamentale perché dimostra che questo settore delle Terme Maetzke è direttamente connesso con l'area privata che merita di far parte del parco archeologico» chiosa Gabriella Gasperetti.
Fonte: La Nuova Sardegna