Portogallo on the road - da Lisbona a Nazaré

Da Verdeacqua @verde_acqua
Forse prima di Natale riesco a sistemare tutte le foto e continuare con il racconto del nostro viaggio. Forse.Un pezzetto alla volta. Ma ce la posso fare ;)
Lasciata Lisbona (che trovate qui e qui) con un pò di saudade, ci siamo diretti verso l'Oceano a Praia das Macas per la precisione. Il paese di per sè non è davvero nulla di eccezionale se non ci fosse questa spiaggia con la sua scogliera e l'Oceano di fronte. Se non fosse stato per lei non credo ci saremmo mai arrivati ma dormire da Teresa, come caldamente consigliatoci, è stato davvero speciale. Questo albergo, che anni fa doveva essere molto lussuoso e che ora ha un'aria decadente e fiera è immacolato e luminoso e soprattutto si affaccia proprio sul Signor Oceano e basta uscire in terrazza per ritrovarsi a tu per tu con l'infinito. E poi lei, Teresa, è proprio come il suo albergo, semplice, accogliente e luminosa. A Praia das Macas si mangia ottimo pesce in ristoranti che hanno piscine enormi piene di poveri e buonissimo crostacei. Quale vuoi? Quello grazie. 



E poi è l'ideale per visitare Cabo de Roca e Sintra.
Quest'ultimo è il punto più a ovest d'Europa e noi lo abbiamo visto sotto una quasi pioggia, un vento pazzesco e nessun'altro. Qui dove il mare incontra la terra, tu e le rocce a strapiombo, un vento che ti porta via, un faro degno di un dipinto ed intorno colline e prati verdi che sanno di Scozia. Sarà stato il tempo ma vi assicuro che mancavano solo le pecore! Bello, bello, bello.



Sintra è stata la tappa pomeridiana ed è davvero un posto da pazzi. Non tanto da principesse, sarà che a me non stanno molto simpatiche, come ho sentito raccontare ma più che altro la prova che il re si drogava. Pesantemente. E il suo architetto pure. Una piccola versione della magione di Berlusconi anche se con molto più gusto e fantasia, con parco, bosco, attrazioni, cappella, castello per le feste, insomma un luogo dove portare gli amici, non certo la suocera. Ovviamente al piccoletto è piaciuto un sacco. Del resto i bambini non hanno bisogno di droghe, loro hanno la fantasia. In ogni caso una visita merita davvero, si scarpina anche qui (i portoghesi hanno la fissa delle salite, ma qualcosa in piano per le povere panzone no?!), si attraversa un bosco, si arriva sulle guglie gialle e si mangia ovviamente una pastela de nata. La vista intorno è mozzafiato e un pò mi sarebbe piaciuto un party  vecchia maniera di tre giorni lì dentro. 









La sera ci siamo spostati un pò più a nord a Ericeira, famosissima per i ristoranti di pesce. Un'oretta in spiaggia e poi una cena a base di gamberoni (tre gamberi per un totale di 700 gr, ok ho fame solo a ripensarci). Abbiamo mangiato vista mare al ristorante A Canasta, vale davvero la pena segnalarlo. Il paesino è bellissimo, case bianche e blu e bambini che giocano a pallone per le viuzze, niente macchine come piace a me e un profumo di griglia che nonostante le pance piene fa molto molto piacere.






Il giorno dopo abbiamo lasciato Teresa e ci siamo diretti alla spiaggia di Peniche, Supertubos, novanta chilometri più su. E' la spiaggia da surfisti per eccellenza e non potevo non andarci. Io che mi aspettavo orde di giovani dai capelli lunghi e biondi, che riaffiorano dalle onde con i loro bei fisici abbronzati e i costumi larghissimi mi sono ritrovata di fronte ad una spiaggia bellissima ma di onde nemmeno una minima traccia. Potete immaginare il mio dispiacere affogato in un hamburger e patatine fritte nel baretto dei surfisti senza surfisti.


Poi, come sembra sia normale sull'Oceano, nel giro di dieci minuti il cielo da azzurro e limpido è diventato nero e giù a piovere. E così senza aver visto nemmeno una tavola da surf ce ne siamo andati ad Obidos. Obidos è un delizioso borgo medioevale che per i turisti ha mantenuto intatto tutto il suo fascino. Tutt'intorno le mura e all'interno un dedalo intricato di vicoli e casette bianche con i tetti blu o gialli, insomma, se ci si passa un pò di tempo si capisce bene perchè è stato dichiarato patrimonio dell'Unesco. Però voglio dire se il tempo era brutto a trenta chilometri di distanza non poteva che esserlo anche qui e infatti la gita non è durata molto. Una passeggiata, il tempo che i due maschi di famiglia si arrampicassero su per le mura e io sotto, pesante, ad aspettarli, una ginjinha in una tazzina di cioccolato (ma papà si è mangiato la tazzina, è matto?????!!!!!) e siamo ripartiti. Mannaggia di pioggia che in vacanza dovrebbe essere illegale.




Avevamo prenotato una stanza in una Quinta (tenute in campagna) con tanto di piscina a Nazaré per un paio di notti. Ecco non andate mai qui. Credo di non aver mai dormito in un posto più brutto e sporco. Bleah. Così imparo che se voglio spendere poco, troppo poco (10€ a testa) forseAvevamo promesso al nano una giornata per lui e cioè niente visite ma solo spiaggia, spiaggia, spiaggia. Dalle parti di Nazaré, a parte lo spiaggione del paese che va beh anche no, la guida indicava Sao Martinho do Porto come l'ideale per i bambini. E infatti lo era, una piccola baia tranquilla, l'acqua non proprio da Caraibi, nessuna onda e una temperatura dell'acqua assolutamente normale. Ovviamente era piena di bambini. Troppissimi per i miei gusti. Così dopo un paio d'ore e aver corrotto il nano con un gelato lo abbiamo trascinato su quella che per noi è una spiaggia da Oceano, Praia Salgado. Splendida. Non c'era nessuno, le onde erano alte e divertenti, e dovunque volgevi lo sguardo c'erano dune e dune e azzurro. Uno di quei luoghi dove puoi solo respirare a pieni polmoni e ringraziare il mondo e la vita, per tutto il bello che hai, che ti circonda e che avrai a breve. Ci sono momenti in cui la felicità si sente, sembra di poterla toccare e accarezzare e non serve altro. Ecco mi sono sentita così.







Poi cominciava la partita dell'Italia e quindi fine del paradiso e tutti di fronte a uno schermo. Io per consolazione ho mangiato batatas fritas per tre, per me, per panza e per la mia felicità.Nazaré è un posto molto strano, bello da una parte, brutto ma proprio brutto dall'altra. E' stato costruito massicciamente ed è circondato da palazzoni e colate di cemento degne dei nostri anni sessanta e poi è fatto di stradine strette, case bianche o coloratissime, tutte appiccicate e vecchiette vestite di nero che vendono frutta secca con una sedia appoggiata alla porta di casa. Tolto il lungomare, che non ha nulla da invidiare alle riviere italiane, quelle brutte, i suoi negozi di souvenir tutti uguali, basta inoltrarsi per perdersi tra la biancheria stesa fuori, bambini chiassosi e profumo ovviamente di sardine. Se poi volete mangiare seriamente qualcosa di buono andate alla taverna A Tasquinha, vi serviranno la miglior paella (che ha un altro nome in portoghese e non me lo ricordo, e poi è molto più "minestrosa" di quella spagnola) di sempre.







Cari amici e amiche nella prossima puntata ci saranno Coimbra, Aveiro, una spiaggia ancora più bella di Salgado e poi la meravigliosa Porto. Non perdetevela, ne vedremo delle belle!(applauso da sit com americana)

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