Posted By Pietro Distefano on 15, nov, 2013 | 0 comments
QUALIFICAZIONI MONDIALI PORTOGALLO SVEZIA – La sfida del da Luz tra Portogallo e Svezia è una di quelle partite che lasciano, comunque vadano a finire, un ricordo indelebile nella memoria dei protagonisti in campo. Se la perdi, ti toglie il sonno per lungo tempo. Se la vinci, scrivi un pezzetto della storia calcistica del tuo paese. La maglia pesa come un macigno sulle spalle dei giocatori, il cuore batte a mille e la tensione sale alle stelle quando vedi il Da Luz che veste i panni di un catino infernale pronto ad accendersi ad ogni azione offensiva costruita dai proprio beniamini. Sei arrivato secondo in un girone di ferro, ma il destino ti offre una seconda opportunità: 180’ minuti di battaglia senza esclusioni di colpi, due finali da vincere per volare in Brasile a giocarsi i Mondiali 2014.
Per settimane i quotidiani sportivi portoghesi e svedesi non hanno parlato di altro: è la gara che vale due anni di lavoro, la partita della vita. In Svezia si temono i campioni a disposizione di Paulo Bento: non solo Cristiano Ronaldo, ma anche Pepe e Nani. Erik Hamrén guarda in casa propria, ritenendo che il suo Ibrahimovic non abbia nulla da invidiare al campione del Real Madrid. Ebbene sì, la partita tra Portogallo e Svezia è anche la sfida nella sfida tra due tra le stelle più brillanti del firmamento calcistico mondiale: Ibrahimovic contro Ronaldo, forza fisica, atletismo ed estro che sfiorano vette raggiunte prima da ora soltanto da pochi dei del calcio.
Sin dalle prime battute il match è caratterizzato da un agonismo esasperato. I padroni di casa cercano di sfiancare gli svedesi col possesso palla prolungato, mentre gli uomini di Hamrén sono attenti, solidi, quadrati e ribattono colpo su colpo. Al 4’ i lusitani costruiscono e sbagliano una palla gol colossale: Meireles libera con un superbo passaggio filtrante João Moutinho, ma il centrocampista del Monaco non riesce clamorosamente a centrare la porta, dopo aver dribblato Isaksson. La risposta degli ospiti non si lascia attendere e si materializza nelle conclusioni di Elmander e Kallstrom che sfiorano il bottino grosso, facendo scorrere un brivido su per la schiena di Rui Patricio. Paradossalmente i lusitani, nonostante siano in possesso di qualità tecniche oggettivamente superiori, si rendono pericolosi nel gioco aereo, non riuscendo molto spesso a trovare spazi tra le strettissime maglie degli uomini di Hamrén.
Nella ripresa il Portogallo sale in cattedra con le sfuriate offensive di un Cristiano Ronaldo indemoniato e più che mai trascinatore, mentre gli ospiti calano nettamente di intensità col passare dei minuti. La partita, però, non si sblocca fino al minuto 82, quando Cristiano Ronaldo si prende sulle spalle una nazione intera e sul cross di Miguel Veloso insacca, mandando in visibilio il da Luz. Pauolo Bento può gioire per la prova di carattere dei suoi uomini, mai domi e volenterosi, mentre gli svedesi non devono abbattersi perché i giochi sono ancora aperti. A Stoccolma saranno novanta minuti sconsigliabili ai deboli di cuore.