La copertina del romanzo d’esordio di Ernestina Napp originaria di Gragnano nel cuore dei Monti Lattari i è già di per sé un piccolo successo perché cattura, evoca il ricordo nostalgico, spinge alla riflessione e alla curiosità di saperne di più.
E questa curiosità trascina alla lettura della prima pagina e poi della seconda, in un crescendo inarrestabile di voglia di andare fino in fondo che diventa alla fine un “bisogno” di sapere.
Crede molto in questo romanzo dai risvolti gialli la direttrice editoriale di POSITANONEWS, Maria Rosaria Manzini, che ha lavorato con entusiasmo e grande impegno perché il romanzo uscisse per Natale, tempo di doni e di emozioni. Perché di emozioni autentiche si parla. Le stesse che ha provato lei quando ha letto la bozza del romanzo e ne è rimasta letteralmente affascinata tanto da incollare gli occhi alle pagine e non riuscire a toglierli fino a romanzo ultimato.
Sabato 28 Gennaio 2012, presso la sala consiliare del Comune di Positano, alle ore 17.00, ci sarà la presentazione di questo romanzo che ha tutte le carte in regola per trovare un vasto pubblico di estimatori, perché ha la capacità di farsi leggere tutto d’un fiato, come le cose buone che si mangiano in un sol boccone.
Prima dell’evento abbiamo incontrato per voi l’autrice e siamo stati colpiti da subito per la sua semplicità, dal suo sguardo traspira una innata predisposizione alla metacomunicazione.
Intervista:
Come e perché ha iniziato l’attività di scrittrice?
Ho sempre scritto. Dal giorno in cui ho preso in mano una penna, ho iniziato a mettere nero su bianco i miei pensieri, i miei sentimenti e i miei stati d’animo. Ero molto piccola quando ho cominciato a scrivere poesie e filastrocche.
Personalmente comunque credo che scrittori si nasca, non si diventi.
Ritengo che quello della scrittura sia un talento, un bisogno e un’arte nello stesso tempo.
“Ufficialmente” la mia attività è iniziata a nove anni quando, vincitrice di un concorso letterario, un mio racconto è stato pubblicato su un giornale per ragazzi.
Da allora non ho più smesso. Scrivo soprattutto perché per me è indispensabile, come respirare e mangiare.
Il titolo del romanzo cosa ci vuole dire?
Sintetizza la storia alla perfezione. Ed è anche spunto di riflessione. A quanti di noi è capitato di avere una colpa innocente? Vale a dire una colpa di cui non si ha colpa? Mi scusi il gioco di parole, ma era per spiegare bene ciò che intendo. L’esperienza mi ha insegnato che nella vita, a volte, ci colpevolizziamo per qualcosa che in realtà non dipende da noi o che qualcun altro ci addossi la colpa per qualcosa che avremmo fatto, punendoci pure per questo, e da quel momento qualcosa nella nostra vita cambia.
Che tipo di romanzo il lettore si troverà a leggere?
Il romanzo narra della vita difficile di Ester, la protagonista, del suo rapporto conflittuale con la madre, dei fantasmi del passato di cui non riesce a liberarsi ma anche della volontà di riscatto e soprattutto della sua ricerca della verità.
Per come si snoda la storia si può senza dubbio affermare che la ricerca di questa colpa di cui lei non è consapevole, è un vero giallo. Ma non solo.
“La colpa innocente” è anche un viaggio nell’animo femminile, fiero e fragile allo stesso tempo, una riflessione profonda su certe dinamiche relazionali all’interno della famiglia.
Come il lettore può rimanere coinvolto nel suo romanzo?
Semplicemente leggendolo. Si comincia a conoscere Ester fin dalle prime righe. Attraverso i suoi sogni, i suoi pensieri e le sue decisioni fulminee. La combattività di Ester credo susciti da subito un tifo istintivo, una voglia di proteggerla e accompagnarla in questo viaggio, non solo metaforico, alla ricerca della verità. E quindi della giustizia.
Ho cercato di raccontare la storia in modo semplice, con un linguaggio mirato e dinamico, mai prolisso.
Quanto c’è della sua esperienza di vita nei suoi scritti?
C’è tutta la mia esperienza di vita nei miei scritti. Ma parlo di un’esperienza di vita universale. Di sentimenti e stati d’animo che sono miei ma anche di tanti altri. Quando si narra di una vita di sogni, speranze e progetti, di bisogno d’amore, di tradimenti, di ingiustizie e rancori repressi, si parla più o meno della vita di ognuno di noi.
Credo che ogni lettrice riscontrerà in sé qualcosa di Ester.
Prossimo impegno?
Sto già cominciando a lavorare ad un’altra storia. Scrivere per me è come respirare!
Perché ha scelto Positanonews per il suo romanzo d’esordio?
Perché conosco la sua direttrice editoriale, Maria Rosaria Manzini, che stimo molto.
D’altro canto lei mi conosce anche attraverso le mie poesie, che ha pubblicato nelle raccolte: I MOTI DELL’ANIMA e le ha apprezzate tanto. Ma è soprattutto come scrittrice che, a suo dire, l’ho stupefatta.
E poi adoro Positano. La frequento da moltissimi anni e la considero la mia cittadina d’adozione.